ASCOLTIAMO IL NOSTRO CUORE
Nonostante tutto io spero ancora che l'uomo sia meglio di quello che sembra nel leggere i giornali e nell' ascoltare i notiziari, dai quali rimbalzano continuamente segnali di disperazione, vicini e lontani. Nonostante tutto io credo che il singolo sia meglio del gruppo e la persona, nella sua dimensione più intima, più sensibile della massa. Solo, non siamo abituati a fermarci e ad ascoltare il ritmo del nostro cuore, il fruscio della nostra coscienza che forse ci impedirebbe di sbagliare ma che certamente non ci farebbe godere l'errore in pace. Viviamo in una società che ci confonde con le urla, che ci disorienta con il consumo e con il benessere, rendendoci griffati ma volgari, lucidi ma senza sostanza, grassi ma vuoti; soprattutto ci impedisce di crescere, chiusi da meccanismi misteriosi e schiacciate da ottusi condizionamenti sociali. Al contrario avremmo bisogno di scovare e di valorizzare il nostro slancio interiore che favorendo l'evoluzione della nostra coscienza migliorerebbe da prima noi stessi e poi gli altri punto come into il filosofo francese Henri Bergson l'esistenza dell'uomo non deve essere statica, in posizioni di supina consumazione, ma deve modificarsi continuamente, confrontarsi, mettersi in discussione e progredire. Attraverso questo cambiamento si concretizza così il processo di maturazione dell'uomo che passa dalla superficialità è dalle semplificazioni a un più elevato grado di consapevolezza e di reinvenzione di se punto solo così può comprendere un po' meglio quello che è bene e quello che è male, capire se una legge giusta o sbagliata e se, quindi, può condividere il valore anche con la sua sensibilità di credente punto senza una sosta con la propria libertà di coscienza non si può godere appieno nemmeno quella esteriore: "la sua voce è così sottile che è facile soffocarla, ma è così pura, che è impossibile confonderla". E, ascoltandola, sbaglieremmo un po' meno.
Direttore
Daniele Gallo