Amici lettori,
ho il piacere di augurare a tutti voi uno splendido ed entusiasmante nuovo anno.
Quello appena concluso è stato uno di quelli che maggiormente rimarrà impresso nei nostri cuori come tra i più devastanti della storia recente. E certamente lo è stato per l'elevato numero di persone scomparse e per l'alto livello di angoscia che ha fiaccato la comunità umana.
La pandemia ha cambiato le nostre abitudini e scosso le nostre sicurezze. Ma a saper leggere bene in filigrana quanto avvenuto forse un po' di riconoscenza a questo 2020 la dobbiamo comunque.
Evidenzio tre motivi: su tutti una scossa all'arroganza che stava ubriacando l'uomo che credeva di essere invincibile. La sua atavica tracotanza babelica si è trasformata rapidamente in fragilità e disorientamento di fronte all' ignoto, all'inaspettato, a un virus che ha stravolto regole e protocolli.
In secondo luogo abbiamo dovuto renderci conto che quella che chiamavamo normalità in realtà era il problema: molti la stanno sognando ancora senza comprendere che ci stavamo crogiolando nel niente, nell'illusorio, nell'apparenza di un presunto benessere che ci stava allontanando dalla nostra dimensione sacra in un ribaltamento di valori e ideali.
Ora ci è consentito di rimettere ordine nella classifica delle nostre vere priorità, individuali e pubbliche. E, per finire, siamo stai costretti a riscoprire quanto gli altri siano importanti, quanto la relazione sia per noi vitale, quanto l'uomo abbia bisogno dell'uomo.
Potremmo, dunque, considerare l'anno appena trascorso come un anno zero della nostre coscienze, un anno di ripartenza, mediante il quale ricominciare il nostro cammino evolutivo, avendo perso per strada scorie e orpelli inutili.
Questo dovremmo tutti chiedere al nuovo anno, insieme a tutte le rituali e giuste ovvietà: che, ispirati dalla ricchezza potenziale di questo cambiamento, lo si possa sempre più fare nostro e vivere nella consapevolezza di riappropriarci del senso sacro e collettivo dell'esistenza. L'uomo ha ancora tanto da offrire, a tutti i livelli, e la rapida scoperta di diverse tipologie di vaccino, lo dimostra. Ma non rimpiangiamo quello che eravamo prima dell'epidemia: andiamo alla scoperta di nuove, liberatorie e vere modalità di vita. Siate felici.
Il direttore
Daniele Gallo