ANDRÀ TUTTO BENE

Cosa andrà bene? Quando andrà bene? A chi andrà bene?

La tenerezza dei bambini, ignari, che disegnano arcobaleni su fondali azzurri o bianchi, guidati da adulti che non vogliono non possono non sanno immergerli nel reale e nutrono i loro cieli colorati mascherando, mascherandosi, perdendosi a loro volta nel mascheramento, indossando una maschera oltre alla mascherina, tirando le labbra, mostrando la chiostra di denti sbiancati in tempi non sospetti, ma sì, dai, pensiamo positivo, #andràtuttobene, proteggiamo i piccoli, non possono capire, non se ne accorgeranno neanche se ci sappiamo fare e diamo loro un tempo qualitativamente ben organizzato.

Ma a noi grandi chi ce la vende? Ma qualcuno davvero ci crede?

Andare, certo, dove? Avanti, secondo il fluire del tempo?, Benissimo, per quanto perfettamente felici ci incamminiamo, andiamo verso la morte, è naturale, lo sappiamo, è questione di tempo, ma l'andare della vita approda al morire. E' questo che intendiamo con andare bene?

Tutto, tutto cosa? Staremo in salute? Evitare il covid significa essere in salute, essere sani e immuni da altri malanni acciacchi infezioni morbi, dolori? Manterremo il lavoro al momento interrotto? Oh sì certo, speriamo, ci mancherebbe, con tutti i programmi, le necessità, le scadenze, gli impegni che ci sono, e gli imprevisti... oh per carità, impensabile no no, non a me, io non posso non lavorare. Ma non è detto, nulla è detto ed è certo, men che meno nelle emergenze.

La nostra vita sarà come prima? E tutte le quotidiane lamentele? Si trasformeranno in laudi? Sicuri di rivolere esattamente quello che abbiamo lasciato circa un mese fa?

Bene, ahhhhhiiiiiiaaaa.... cos'è il bene? Il mio, quello altrui? Il mio benessere, tutto quello che mi illudo concorra a farmi stare decentemente mi coccoli e mi vizi nella buona sorte e mi consoli e protegga nei momenti di ombra? Il bene in relazione ai miei cari, voglio che non soffrano e non abbiano pensieri e siano sereni e felici? Ma lo so bene come si è, e so anche che siamo tutti circa uguali... dunque, non siamo ridicoli, e diciamolo forte che i nostri giorni sono altalene. Il bene altrui? E chi sono io per saperlo o, peggio, per farlo? Un aiuto, una presenza, un favore, ma ... il bene mi par troppa pretesa. Mi fermo ora, non contemplo il bene come categoria filosofica men che meno metafisica, non è sede e potrei scivolare.

Ho da considerare che non è proprio giusto asserire #andràtuttobene quando in Italia ci sono stati 6077 morti in 32 giorni, se lo dico non rispetto quei morti e nemmeno i loro congiunti. Non lo posso dire sventolando arcobaleni e brindando cantando sui balconi mentre il silenzio delle rianimazioni ospedaliere è rotto dal ronzante sibilo dei respiratori che sostituiscono polmoni esausti e nei pronto soccorso spettri che solo poco addietro erano persone, gonfi di paura, attendono imbacuccati esiti forse esiziali.

Non lo posso dire di fronte a decreti che minano le elementari libertà personali, non lo posso gridare a strade deserte a parchi chiusi a serrande abbassate, ciechi occhi di una città spenta.

Suvvia... Buon senso, buon gusto, senso di realtà, presenza e solidarietà, insieme, davvero, in silenzio, per mano, noi sani con gli ammalati i vedovi gli orfani i guariti, i risanati, noi che sopravviviamo andiamo, andremo, con forza e pazienza sopravviveremo, ci riprenderemo, assestandoci pian piano, faremo tesoro di questa esperienza, ognuno la sua, tutti ne siamo toccati e per tutti è occasione di crescita, possiamo trarre del buono, questo sì, e trasformarlo in bene, un bene non frutto di leggerezza ma germogliato dal profondo di un dolore corale, di un pericolo scampato forse, ma l'esser fuori dal tunnel non significa essere in un prato di erba soffice.
La strada è e sarà lunga, a Dio piacendo, e all'inizio sarà necessario un bel fiato.

E andrà, andrà come deve andare fino al tempo segnato.

Articolo di Silvia Alberti

Illustrazione di un bambino di 5 elementare