AUMENTARE E TOGLIERE
PENSIERO

Si cresce, imparando, acquisendo, ragionando, studiando, ascoltando, vedendo; tutto quanto comporta il nostro vivere implica 'aumento', il bagaglio dell'esistenza si appesantisce insieme al nostro procedere che mai è regredire, anche nei momenti più bui, nei fallimenti, negli errori, nelle sconfitte, nelle perdite, anzi... sono proprio forse le situazioni apparentemente di stallo e 'morta' quelle in cui si lavora di più dentro, per risolvere e riprendere un cammino i cui traguardi sono sempre solo punti di partenza per altri traguardi. Eppure spesso abbiamo la sensazione che ci venga tolto qualcosa, avviene nei disaccordi, con i lutti, con le ingiustizie che ci toccano, quando non siamo riconosciuti come vorremmo, e patiamo privazioni assenze e mancanze con senso di impotente dolorosa frustrazione. Il vecchio semplicistico adagio "tutto serve nulla è indispensabile" si rivela quanto mai appropriato perché grande è la nostra capacità di adattamento e rivolgimento delle situazioni, dunque dopo un periodo di vuoto ecco che ci accorgiamo che la voragine si ridimensiona e viene riempita pian piano da altro, dalla nostra capacità di rinascere, riprendere, ricercare e trovare altro per progredire crescendo; quando il vuoto ha lasciato il posto ad un nuovo pieno la palingenesi è completata e la ricchezza è ancora maggiore poiché ci si rende spesso conto che quanto era stato tolto manca per come era, ma è ancora ben presente come ricchezza di affetto, esperienza, insegnamento, memoria e desiderio.

Il tempo passa e macina tutto, ci troviamo 'vecchi' in men che non si dica, a fronte di un presente che pare sempre uguale ed anni in cui apparentemente non accade alcunché rilevante; capitano momenti in cui il nostro vivere ci si para dinnanzi, l'apertura di un vecchio diario, lo svuotare una soffitta in campagna, il trovarsi tra le mani album fotografici, lettere, ricordi di lavoro, e allora tutto riassume la forma che aveva e ci stupiamo di come sia ancora in noi intatto, nulla è stato perduto, nulla ci è stato tolto, sul palcoscenico della memoria nessuno muore mai davvero e nulla sparisce mai del tutto. Sia questa una consolazione profonda.
E di questo anno che appena ci ha lasciato, non auspichiamo l'oblio, perché ha segnato l'inizio di una trasformazione profonda, privata e pubblica, planetaria addirittura; non limitiamoci a sperare che passi la pandemia e si torni a come era prima, prepariamoci piuttosto ad affrontare nuove strade con suole adeguate al terreno, occhi aperti, spalle grandi, mente viva, con la consapevolezza che il 2020 oltre a malattia e morte ha sparso semi che sta a noi far germogliare perché il futuro possa raccogliere frutti succosi.
Silvia Alberti