CIAO LIDIA!
ATTUALITÀ

Il 7 dicembre ci ha lasciati Lidia Menapace, partigiana, politica, saggista e femminista cattolica, una delle personalità più significative del Novecento,
al quale ha regalato tutta la sua umanità e cultura.
Il 7 dicembre ci lascia, all'età di 96 anni, Lidia Menapace - all'anagrafe Lidia Brisca - una delle figure più significative e rappresentative del secolo scorso per l'impegno di partigiana, politica, saggista, pacifista da sempre e femminista cattolica. Da alcuni giorni era ricoverata nel reparto di malattie infettive dell'Ospedale di Bolzano causa Covid-19.
Lidia Menapace nasce a Novara nel 1924. Sua madre è una ragazza emancipata d'inizio Novecento, così amava definirsi, e suo padre un geometra che portava le figlie ancora piccole a visitare città d'arte.
Donna di straordinaria finezza intellettuale, Lidia crede nella partecipazione e nella politica, nella lotta instancabile per la pace e la libertà, rifuggendo categoricamente l'ideale della guerra. Fin da giovanissima prende parte alla Resistenza in Val d'Ossola come staffetta partigiana - con il nome di battaglia di Bruna - e ottiene il grado di sottotenente, che rifiuta poi nel dopoguerra insieme al riconoscimento economico.
All'età di 21 anni consegue la laurea con il massimo dei voti in Letteratura italiana a Milano e si impegna con la Fuci (Federazione Universitaria Cattolica Italiana) e altri movimenti cattolici. Nel 1964 è la prima donna eletta nel consiglio provinciale di Bolzano con la Democrazia Cristiana e nella stessa legislatura risulta la prima donna ad entrare nella giunta provinciale: Assessora per gli Affari Sociali e la Sanità.

Nel 1968 abbandona la Democrazia Cristiana e perde la possibilità di una brillante carriera presso l'Università Cattolica del Sacro Cuore a seguito della pubblicazione di un documento in cui si dichiara apertamente marxista. In quegli stessi anni simpatizza con il Partito Comunista Italiano e nel 1969 è tra i co-fondatori del quotidiano comunista Il manifesto, sul quale scrive regolarmente fino a metà degli anni '80, e del movimento Cristiani per il Socialismo.

Nel 2006 viene eletta senatrice nelle liste di Rifondazione Comunista, carica che ricopre fino al 2008. Terminato l'impegno parlamentare Lidia, già ottantenne, entra nel Comitato internazionale dell'Anpi (Associazione nazionale partigiani d'Italia) e si candida, nel 2018, in Potere al popolo.
Si ricorda Lidia Menapace, anche e soprattutto, per il suo impegno di attivista femminista, sempre sostenuto con grande mitezza e senso per la giustizia: è la prima a porre l'accento sull'importanza del linguaggio sessuato come strumento fondamentale contro il sessismo. Una "anticipatrice" - così la definisce l'Enciclopedia delle donne - per il suo sguardo rivolto costantemente in avanti a immaginare il nuovo, altri mondi, altre soluzioni.
Per concludere, il ricordo di Luciana Castellina, altra fondatrice dello storico giornale della sinistra italiana: «Fu lei che, fra l'altro, ci introdusse agli scritti di Santa Teresa di Lisieux, e proprio una sua frase divenne il motto più identitario della nostra impresa, non a caso quello con cui Lucio Magri amava spesso chiudere le sue relazioni: "Noi non contiamo niente - aveva detto la Santa - ma dobbiamo operare come se tutto dipendesse da noi": vale a dire il senso di responsabilità».
Maria Sole Santi