DOMENICA 27 DICEMBRE 2020

27.12.2020

Giovanni «corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro». Quello che poi fa è emblematico: non entra, ma «si china». Si inchina, potremmo anche dire, si prostra a terra, e solo allora «vide i teli posati là». Come a dire che senza questo gesto, umile, di chinarsi, non si può vedere nulla, se non un semplice sepolcro vuoto. Fu Simon Pietro, che arrivò dopo, ad entrare nel sepolcro per primo. Pietro, si dice, non 'vide', ma semplicemente 'osservò' «i teli posati là, e il sudario - che era stato sul suo capo - non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte». C'è una enorme differenza tra questo semplice 'osservare' e il processo che accade all'altro discepolo: il suo chinarsi, il suo entrare, il suo «e vide e credette».

O Dio, che per mezzo dell'apostolo Giovanni ci hai rivelato le misteriose profondità del tuo Verbo: donaci l'intelligenza penetrante della Parola di vita, che egli ha fatto risuonare nella tua Chiesa. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e Uomo, e vive e ama con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

Ella cantò un canto di liberazione: / "Benedetto sia l'albero della conoscenza del bene e del male, / benedetti i suoi frutti, / poiché mi hanno donato la libertà dalla paura e dall'autorità. / Possa esso vivere eternamente e produrre frutti abbondanti, / possano le persone venire a te e trovarvi la libertà. / Non possa alcuno spaventarsi nel venire a te". / Ella poi si rivolse al serpente dicendo: / "Benedetto sii tu, serpente, / perché mi hai indicato la via verso la libertà. / Non dimenticherò mai il tuo aiuto e il tuo consiglio. / Possa tu continuamente aiutare gli esseri umani su questa via di libertà". / Ma Eva non sapeva / che quella era la libertà solamente rispetto al Dio del tempo, / non rispetto al Dio dell'eternità 

(John Martin Sahajananda, A new song of creation).

Eva non rinuncia al suo desiderio, a quel desiderio che porta in alto, verso quei sidera - cieli - che l'etimo stesso contiene. Non abdica ai suoi sogni che, come acutamente il testo dice, sono sempre, ultimamente, desiderio di Dio. Eva sente immediatamente i benefici del suo gesto, avverte nel profondo che «era libera dall'autorità di Dio» e che «non vi era più la voce di Dio dentro di lei». Comprende in un lampo di essere diventata, finalmente, adulta. Da qui il canto spontaneo che scaturisce dal suo cuore, il suo Magnificat. Ma Eva, naturalmente, non sa ancora, non può sapere, che quello non è che l'inizio. Il viaggio è finalmente iniziato, ma è ancora tutto da compiere. Con tutte le sue prove, i suoi pericoli, le sue sofferenze... 


Massimo Diana


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