FRYDAYS FOR THE FUTURE: GIOVANI IN PRIMA LINEA PER SALVARE IL PIANETA
INCHIESTE

Il Fridays for Future è un movimento studentesco di protesta che intende rivendicare la centralità del cambiamento climatico nelle politiche ambientali per poterne arginare i disastrosi effetti sul pianeta.
Questo sciopero globale porta il volto di Greta Thunberg, giovanissima attivista svedese che nel 2018 ha avviato la sua azione di protesta di fronte al Riksdag, il Parlamento svedese, esponendo un cartello con la scritta:Skolstrejkförklimatet (Sciopero scolastico per il clima). Lo slogan è stato accolto tra i giovani di tutto il mondo che si sono riuniti nelle piazze per reclamare i diritti del proprio futuro e della propria terra.
Ancora una volta la natura ammaestra le nostre coscienze, rilevando le contraddizioni insite nell'attitudine umana: ci comportiamo come se il fine di ogni cosa si riducesse a questa dimensione visibile e materiale, ma quando si accenna a contribuire al miglioramento di tale realtà ci sovviene l'idea di esser qui di passaggio, e dunque ci appelliamo a questa condizione di transitorietà per rinunciare ad agire o a trovare l'interesse nel farlo. Pertanto, a che pro investire nella manutenzione o ristrutturazione di un luogo che non è la nostra casa? O che lo è per un periodo limitato nel tempo? Insomma: è tutto qui senza ombra di dubbio, ma è un "qui" che non ci appartiene fino in fondo, non abbastanza da presupporre e legittimare un intervento in suo favore.
Dunque prendiamo tutto ciò che c'è, saccheggiamo avidamente i frutti della terra, ne prosciughiamo i doni, inquiniamo i mari, degradiamo i suoli, incuranti del fatto che qualcuno passerà dopo di noi e che la terra, invece, sussisterà e non sarà in grado di sopportare ancora a lungo i nostri maltrattamenti e soprusi.
I Fridays for Future tentano di riappropriarsi, appunto, del futuro, proprio e del mondo. Una delle incitazioni più ricorrenti che rivolgono alle autorità e sulla quale penso valga la pena soffermarsi è: "Avete rubato i nostri sogni". Dovrebbe già farci riflettere il fatto che un giovane custodisca come sogno generazionale l'ambizione di salvare il pianeta, di far sì che la propria terra sia un buon posto per vivere. E che debba pertanto lottare l'intera vita per ottenere questo diritto, senza che gli resti poi altro tempo o altra voce per esaudire i sogni del proprio cuore.
La salvezza dell'ecosistema prescinde da qualsiasi altro proposito umano. Se un giorno la terra quale organismo vivente dovesse soccombere e rinunciare a vivere, noi non solo moriremmo con lei, ma avremmo fallito nel nostro progetto di umanità. Dunque se nemmeno l'urlo alla vita è degno di ascolto da parte di chi dovrebbe garantire i nostri diritti, a cos'altro possiamo anelare?
Tra dieci anni, quando ormai sarà troppo tardi per invertire la rotta, che cosa potremo sognare?
Queste riflessioni inducono a pensare che, forse, dovremmo affidarci ai giovani e alla loro inesperienza. A loro che poco sanno di statistiche e responsabilità politiche ma che sono solidali con il cosmo, che credono nell'interdipendenza tra l'uomo e la natura e avvertono l'urgenza di un imminente cambiamento, anche se questo dovesse implicare la rinuncia a tanti altri sogni, poiché sarà salva la Vita.
Maria Sole Santi