GIOVEDI 10 DICEMBRE 2020

Siddhartha sapeva che il popolo serviva e adorava le tre divinità del Brahmanesimo (Brahma, Vishnu e Shiva), ma scoprì che il popolo era manipolato e oppresso dai sacerdoti. Per celebrare i riti prescritti per le nascite, i matrimoni e i funerali, i brahmani esigevano una ricompensa in cibo, denaro o lavoro, senza tenere minimamente in conto la povertà delle famiglie (Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha).
Siddhartha è ormai un adolescente, animato dalla curiosità di conoscere il mondo e di poterlo fare con la propria testa. E che cosa scopre? Una triste verità che ancora oggi affligge il nostro mondo: i meccanismi del potere, che sono ben radicati anche nelle stesse istituzioni religiose e che imprigionano anche persone cosiddette 'spirituali', che di queste cose dovrebbero essere immuni. In un modo adulto di vivere l'esperienza spirituale l'appartenenza alle istituzioni non può che essere debole, eclettica, relativa. Le istituzioni non vengono contestate, ma neppure assolutizzate. L'uomo e la donna spirituali vi si riconoscono, ma senza appartenervi in modo stretto e totalizzante. Rimangono liberi, ed è proprio questo il modo per relativizzare quei 'meccanismi di potere' che non tengono in alcun conto «la povertà delle famiglie».


Inspirando, mi vedo come un bambino di cinque anni. Espirando, sorrido al bambino di cinque anni che vive ed è ancora presente dentro di me. Inspirando, capisco che il bambino di cinque anni che è in me è fragile, vulnerabile, ferito. Espirando, abbraccio il bambino di cinque anni che è in me con tutta la mia comprensione e il mio amore.Inspirando, vedo mio padre come un bambino di cinque anni. Espirando, sorrido a mio padre, che ha cinque anni.Inspirando, vedo mio padre, che ha cinque anni ed è fragile, vulnerabile, ferito. Espirando, guardo questo bambino ferito con tutta la mia comprensione e il mio amore.Inspirando, vedo mia madre come una bambina di cinque anni. Espirando, sorrido a mia madre, che ha cinque anni.Inspirando, vedo mia madre, che ha cinque anni ed è fragile, vulnerabile, ferita. Espirando, guardo questa bambina ferita con tutta la mia comprensione e il mio amore.(Thich Nhat Hanh)

Un giorno, passando davanti a una capanna di paglia, Siddhartha fu sorpreso dai lamenti funebri che giungevano dall'interno. Il capofamiglia era morto e la moglie e i figli erano spaventosamente magri e coperti di cenci. Il capofamiglia aveva richiesto i servigi di un brahmano per purificare il luogo prima di ricostruire la cucina ma, prima di eseguire il rito, il brahmano aveva preteso che l'uomo lavorasse per lui. Per giorni e giorni aveva dovuto trasportare pietre e spaccare legna. L'uomo si era ammalato e lungo la via del ritorno era caduto stremato a terra ed era morto (Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha).
In questo testo incontriamo, senza veli, l'Om mibra delle grandi istituzioni religiose e dei funzionari che ne fanno parte. Anch'esse non esenti dai meccanismi - 'umani, troppo umani' - del potere. Il cammino spirituale adulto, quello che Panikkar ha definito cristianìa, esige uno svincolarsi, in modo genuinamente laico, dalla 'sovraistituzionalizzazione' di appartenenze forti ed esclusive. Ciò non significa negare l'importanza di una Istituzione e dei suoi uomini, ma di relativizzarne il peso, mantenendosi interiormente liberi. Ciò che oggi è richiesto è di riconoscersi in una comunità universale più grande delle singole culture e delle loro strutture, che comprende ogni creatura vivente, non solo umana: animali e foreste, oceani e montagne, fino alla nostra sorella e madre Terra.
Massimo Diana
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