GIOVEDI 18 FEBBRAIO 2021

18.02.2021

"Fratelli, ci sono quattro verità: l'esistenza della sofferenza, la causa della sofferenza, la cessazione della sofferenza e il sentiero che conduce alla cessazione della sofferenza. Le chiamo le Quattro Nobili Verità. La prima è l'esistenza della sofferenza. Nascita, vecchiaia, malattia e morte sono sofferenza. Tristezza, ira, invidia, timore, ansia, paura e disperazione sono sofferenza. La separazione da ciò che si ama è sofferenza. L'unione con ciò che si odia è sofferenza. Il desiderio e l'attaccamento ai cinque aggregati sono sofferenza. Fratelli, la seconda verità è la causa della sofferenza. A causa dell'ignoranza, gli uomini non vedono la realtà della vita e si lasciano imprigionare nelle fiamme del desiderio, dell'ira, dell'invidia, dell'angoscia, del timore, della paura e della disperazione. Fratelli, la terza verità è la cessazione della sofferenza. La comprensione della realtà della vita porta con sé la cessazione dell'angoscia e della pena, e dà nascita alla pace e alla gioia. Fratelli, la quarta verità è la via che conduce alla cessazione della sofferenza. È il Nobile Ottuplice Sentiero, che vi ho or ora spiegato. Il Nobile Ottuplice Sentiero viene nutrito vivendo in presenza mentale. La presenza mentale conduce alla concentrazione e alla comprensione che libera dal dolore e dalla pena, porta alla pace e alla gioia. Io vi guiderò lungo questo sentiero di conoscenza".

(Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha)

Le ultime due verità rappresentano la via della cura: dopo aver identificato la 'malattia' e la sua 'causa', diviene semplice e naturale individuare la giusta 'terapia'. Il denominatore comune o il sostrato profondo delle otto ramificazioni pratiche che costituiscono il "Nobile Ottuplice Sentiero" è la cosiddetta "presenza mentale": «Il Nobile Ottuplice Sentiero viene nutrito vivendo in presenza mentale». La "presenza mentale" non è nulla di complicato, anche se richiede, per poterla acquisire come habitus, una certa disciplina, una pratica costante, un quotidiano esercizio. Ma proprio questa è la pratica spirituale: «vivere ogni giorno in consapevolezza è la vera base della pratica spirituale». 

Restate uniti, aiutatevi l'un l'altro, e sostenete i vostri sforzi reciproci per seguire la Via. Siate come fratelli nella vostra ricerca dell'amore e della santità e nel vostro zelo per la Verità. Spargete la Verità in ogni angolo del mondo, così che alla fine tutti gli esseri senzienti possano essere annoverati tra i cittadini del regno della giustizia. Questa è la santa fratellanza. 

(Dai sacri versi di Buddha) 

Era abitudine del Buddha alzarsi di buon'ora, sedere e quindi camminare in meditazione tra gli alberi della foresta. Un mattino durante la meditazione camminata vide, confuso nella bruma dell'alba, un uomo di bell'aspetto, sui trent'anni, elegantemente vestito. Il Buddha sedette su un sasso. Avvicinandosi, inconsapevole della sua presenza, l'uomo mormorava: "Disgustoso! Ripugnante!". "Nulla è disgustoso, nulla è ripugnante", pronunciò ad alta voce il Buddha (...) Il Buddha gli venne in aiuto. "Yasa, questa vita colma di sofferenza è colma anche di meraviglie (...) Guardati attorno, Yasa. Non sono meravigliosi gli alberi nella bruma del mattino? La luna, le stelle, i fiumi, le montagne, la luce del sole, i canti degli uccelli e il gorgoglio delle sorgenti sono manifestazioni di un universo capace di darci una felicità senza fine. La felicità che riceviamo da tutto ciò nutre la mente e il corpo (...) Non sei stato in contatto con meraviglie come queste, e perciò hai finito col disprezzare la tua mente e il tuo corpo. Alcuni disprezzano la mente e il corpo a tal punto da volersi uccidere. Nella vita vedono solo sofferenza. Ma la sofferenza non è la vera natura dell'universo. È il risultato del nostro modo di vivere e della nostra errata visione della vita".

 (Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha)

Non possiamo negare la sofferenza: è parte intrinseca della vita. Ma, come dice chiaramente il Buddha, la sofferenza non è la vera natura dell'universo, perché è solo il risultato del nostro modo di vivere e della nostra errata visione della vita. Se abbiamo il coraggio e la forza di cambiare il nostro modo di vivere tutto apparirà in una luce nuova. Nulla, concretamente, cambierà; eppure tutto, intrinsecamente, si trasformerà. 

Massimo Diana  


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