GIOVEDI 4 MARZO 2021

(...) "Maestro Kassapa" domandò il Buddha, "vorresti spiegarmi come l'adorazione del fuoco conduce alla liberazione?". Uruvela Kassapa non rispose subito. Sapeva che una risposta ordinaria e superficiale non sarebbe bastata a quel monaco straordinario. Iniziò dicendo che il fuoco è l'essenza stessa dell'universo e promana direttamente da Brahma. Sull'altare principale della comunità, il Santuario del Fuoco, bruciava in continuazione la sacra fiamma. La fiamma è l'immagine di Brahma. Dell'adorazione del fuoco tratta il testo sacro dell'Atharva-veda. Il fuoco è la vita, senza fuoco non c'è vita. Il fuoco è luce, calore e la sostanza del sole che vivifica le piante, gli animali e gli uomini. Scaccia l'oscurità, sgomina il freddo e dona gioia e vitalità a tutti gli esseri. È il fuoco che rende commestibile il cibo e, attraverso il fuoco, gli uomini si riuniscono a Brahma al momento della morte. Poiché è la fonte della vita, esso è Brahma stesso. Agni, dio del fuoco, è una delle migliaia di manifestazioni di Brahma [...]. Questa è la via che un giorno porterà alla liberazione.
(Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha)
Poche, semplici, parole, ma che racchiudono tutta la fatica di una vita spesa nella ricerca della Verità, di un senso ultimo ricercato con passione ogni giorno. Per questo motivo il Buddha ascolta con profondo rispetto, nel silenzio. Evidentemente coglie dietro e oltre quelle parole tutta la genuinità dello sforzo e della passione di una vita intera messa al servizio di ciò che è bello, buono, giusto e vero. E, soprattutto, coglie la cosa più importante di tutte, che vediamo nella conclusione della risposta di Uruvela Kassapa: «Questa è la via che un giorno porterà alla liberazione». Il maestro Brahmano è cioè pienamente consapevole del fatto che ancora la "liberazione" piena non si è compiuta, e che dunque la ricerca non è finita. È proprio questa umile consapevolezza che consentirà al Buddha - come leggeremo questa sera - di inserirsi nel dialogo con un nuovo insegnamento.

Ci sono solo due giorni all'anno in cui non puoi fare niente: uno si chiama ieri, l'altro si chiama domani, perciò oggi è il giorno giusto per amare, credere, fare e, principalmente, vivere.
(Dalai Lama)

"Maestro Kassapa" domandò il Buddha", che cosa pensi di quanti ritengono l'acqua l'essenza della vita, di coloro che affermano che l'acqua è l'elemento di purificazione che riunisce gli uomini a Brahma?". Kassapa esitò pensando alle centinaia di migliaia di persone che, in quel preciso momento, si bagnavano nelle acque del Gange e di altri fiumi sacri per purificarsi. "L'acqua, Gautama, non serve a ottenere la liberazione. Per sua natura scorre verso il basso, mentre il fuoco sale verso l'alto. Alla morte, solo in virtù del fuoco il corpo si leva in alto in forma di fumo". "Non è esatto, maestro Kassapa. Anche le nuvole nel cielo sono una forma d'acqua. Ecco dunque che anche l'acqua sale. Il fumo non è diverso dall'evaporazione dell'acqua. Nuvole e fumo ritorneranno, alla fine, allo stato liquido. Certamente sai che tutte le cose si muovono in cicli". "Ma tutte le cose partecipano di un'unica essenza, a cui tutto ritorna". "Tutte le cose, maestro Kassapa, dipendono da tutte le altre cose per la loro esistenza. Considera la foglia che ho in mano. Terra, acqua, calore, seme, albero, nuvole, sole, tempo, spazio... tutti gli elementi hanno concorso a produrre questa foglia. Se anche un solo elemento fosse mancato, la foglia non esisterebbe. Tutti gli esseri, organici e inorganici, seguono la legge dell'originazione interdipendente. La fonte di una cosa sono tutte le cose. Esamina con attenzione. Vedi come la foglia che tengo in mano è qui soltanto grazie all'interconnessione di tutti i fenomeni dell'universo, compresa la tua stessa consapevolezza?"
(Thich Nhat Hanh, Vita di Siddhartha il Buddha)
Nulla permane indefinitamente, ma tutto si trasforma incessantemente e in questo processo senza fine ogni realtà ha una sua funzione e un suo scopo, prima di rifluire dentro questo stesso flusso e di nuovo rigenerarsi in mille forme diverse. È una provocazione anche per noi, oggi: la verità è plurale e, soprattutto, è qualcosa di perennemente dinamico. Noi tutti, ciascuno di noi, siamo parte di questo flusso perpetuo. Le stessa nascita e morte non sono, in questa prospettiva, che momenti necessari in quella meravigliosa interconnessione di tutte le cose che è il nostro Universo. Un Cosmo, non un Caos.
Massimo Diana
