LA PAURA DELLA MORTE DIMINUISCE SE DIAMO SPAZIO ALL'INTIZIONE DELL'ETERNITÀ DENTRO DI NOI

17.11.2020

PENSIERO

La maggior parte delle persone vive nella paura di essere colta dalla morte. E questa paura risponde ad un sentimento di incertezza riguardo a questo momento, come se fosse un'eventualità da schivare e non un orizzonte certo e sicuro cui approdare. Ma effettivamente se vi è una sola certezza che possiamo ricavare da questa vita è che prima o poi cederà il passo alla morte e la realtà di cui abbiamo esperienza si vedrà interamente trasfigurata. Per questo molte culture orientali prendono a cuore fin dalla nascita il pensiero di questo inevitabile passaggio e si preparano per tutta la vita a giungervi nel migliore dei modi: senza rimpianti, con il fardello quanto più leggero possibile e l'anima libera e realizzata.

Per chi ha il dono della fede temere la morte è un grande ossimoro, poiché la promessa di una vita eterna nella casa di Dio è la sola prospettiva che segue alla vita terrena. E non c'è immagine più dolce e sublime di un corpo che, dopo un'esistenza nella prova e nella difficoltà, si abbandona a se stesso per ricongiungersi all'oceano infinito dell'amore di Dio.
Ma anche chi non ha fede può riscontrare nella sua umanità i semi di una materia eterna e divina che possono edulcorare la paura di questo passaggio. Uno di questi semi è l'intuizione. Possiamo immaginare l'intuizione come una falce di luce che squarcia improvvisamente le nuvole e ci colpisce, lasciando entrare una parte dell'universo dentro di noi. Questo brillio che proviene dall'infinito e che entra a fare parte del nostro mondo è spesso alla base delle più grandi opere, scoperte e invenzioni dell'essere umano. Il tempo non può dimenticarle, né la morte le può cancellare.
E che dire della poesia, dell'arte, della danza e del canto? Queste espressioni di armonia tra l'uomo e il cosmo, eterne nella loro unicità e bellezza, hanno il potere di restare impresse come sigilli nel mondo e donano infinita pace a chi voglia goderne in ogni tempo.
Infine, la prova forse più manifesta della nostra eternità sta nell'amore: ci precede alla nascita, quando ancora siamo un progetto divino; ci accompagna nel nostro esistere, profondendo beatitudine; e ci segue dopo la morte, costituendo l'eredità più viva e salvifica del nostro passaggio sulla terra. Nulla è in grado di perderne le tracce o di esaurirne la sorgente, ed è anzi per mezzo della morte che l'amore può farsi percepire ancora più intensamente, in tutta la sua maestosità e grandezza.
Spesso è quello che lasciamo a definirci, più di quello che abbiamo ottenuto. Lasciare un'impronta d'amore deve essere l'unico pensiero ad accompagnarci per l'intera vita, e allora in qualsiasi giorno la morte ci coglierà non avremo paura, perché sapremo che il nostro amore non è un seme del tempo, ma è un seme dell'eterno.


Maria Sole Santi


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