LILIANA SEGRE VOTA FIDUCIA A CONTE

La novantenne senatrice a vita Liliana Segre ha sostenuto la fatica di andare a Roma per votare la fiducia al governo Conte, sopportando le ingiurie di Salvini: uno straordinario esempio di impegno civico e di amore per il Paese.
La novantenne senatrice a vita e testimone della Shoah Liliana Segre ha deciso di recarsi a Roma il 19 gennaio, a Palazzo Madama, per votare la fiducia al governo Conte, nel pieno della crisi. A darle il benvenuto in Aula è stato Pier Ferdinando Casini, il primo a intervenire dopo le comunicazioni del premier. Senatori e membri del governo si sono alzati in piedi e hanno accolto la senatrice con un lungo applauso.
Ma in Aula non sono mancati, oltre agli applausi, gli affronti: il capo della lega Matteo Salvini, a conclusione del suo intervento, ha pronunciato parole a dir poco irrispettose nei confronti della Segre che però non ha battuto ciglio, al contrario ha replicato con ironia alle offese, senza scomporsi e dando nuova conferma del suo equilibrio e della sua integrità morale.
Ha raccontato con queste parole al Fatto Quotidiano: "Non partecipo ai lavori del Senato da molti mesi perché, alla mia età, sono un soggetto a rischio e i medici mi avevano caldamente consigliato di evitare. Contavo di riprendere le mie trasferte a Roma solo una volta vaccinata, ma di fronte a questa situazione ho sentito un richiamo fortissimo, un misto di senso del dovere e di indignazione civile''. Questo senso di devozione all'impegno civico e di amore per il Paese che Liliana Segre ha dimostrato sono straordinari e non dovrebbero mancare a nessun politico, a nessun cittadino. All'età di novant'anni ha intrapreso il viaggio da Milano a Roma, sfidando il Covid contro il quale non è vaccinata, per mantenere fede a un senso di responsabilità politica e civile, e soprattutto coerenza con i suoi ideali.
"Ho deciso di dare la mia fiducia al governo - ha spiegato la senatrice a vita - Questa crisi politica improvvisa l'ho trovata del tutto incomprensibile. All'inizio pensavo di essere io che, con la mia profonda ingenuità di persona lontana dalle logiche partitiche, non riuscivo a penetrare il mistero. Poi però ho visto che quasi tutti, sia in Italia che all'estero, sono interdetti, increduli, spesso disgustati". E ha aggiunto che, sebbene anche il governo Conte abbia "fatto errori" così come è avvenuto in tutti i Paesi colpiti dalla pandemia, "si debba riconoscere che ha fatto nell'ultimo anno un lavoro gigantesco per reggere l'urto di un'emergenza spaventosa ed ha ottenuto una svolta storica nelle politiche europee".
Maria Sole Santi