LUNEDÌ 18 GENNAIO 2021

18.01.2021

Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani / Giornata mondiale delle religioni


L'Ottavario di preghiera per l'Unità dei cristiani venne immaginato per la prima volta nel 1932 da Paul-Iréné Couturier, durante un soggiorno al monastero benedettino di Amay sur Meuse - oggi Chevetogne - in Belgio. Pochi anni prima della sua morte, avvenuta nel 1941, Couturier scriveva: «Se ogni giovedì sera, commemorazione settimanale del Grande Giovedì, una moltitudine sempre più grande di cristiani di ogni confessione formasse una rete immensa che avvolgesse la terra, come un vasto monastero invisibile dove tutti fossero assorti nella preghiera di Cristo per l'Unità, non sarebbe forse l'alba dell'Unità cristiana che si leva sul mondo? Non è questo atteggiamento di emulazione spirituale sincera, profonda, ardente, che il Padre aspetta per realizzare l'Unità visibile?». Potremmo oggi, nel terzo millennio, estendere queste parole fino a comprendere non solo i cristiani ancora divisi in mille confessioni, ma tutte le religioni, le sapienze, i cammini spirituali che l'uomo ha prodotto e praticato da quando abita questo Pianeta.

I Baha'i, attorno alla metà di gennaio, celebrano la Giornata mondiale delle Religioni, una festa dedicata all'unità e all'unicità di tutte le religioni del mondo. La festa è nata in concomitanza con la Dichiarazione dei Diritti dell'Uomo da parte delle Nazioni Unite, nel 1948, alla cui stesura parteciparono anche i Baha'i. Due anni dopo, l'Assemblea Spirituale Nazionale dei Baha'i d'America propose all'ONU di istituire la "Giornata mondiale della Religione", che, da allora, viene celebrata. Da quel momento in poi i Baha'i in tutto il mondo, nella terza domenica di gennaio, festeggiano la Giornata mondiale delle Religioni che prevede un incontro tra gli appartenenti di tutte le maggiori religioni mondiali. Lo scopo principale di questa giornata è quello di riaffermare la libertà di cultura, di pensiero e di coscienza religiosa, libertà di culto e di associazione pacifica. La Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani e la Giornata mondiale delle Religioni anticipano quanto questo Breviario Universale, nella quotidianità di un intero ciclo annuale, si propone di fare: pregare insieme, per conoscersi, per rispettarsi, per imparare l'uno dall'altro. 

Il percorso dell'ecumenismo e della tolleranza è antico quanto, quasi, la storia umana. Ne troviamo infatti un magnifico esempio già negli editti - davvero lungimiranti e assolutamente moderni - dell'imperatore indiano Aśoka, che si era convertito al buddhismo nel 274 a.C.: «Non bisogna incensare solo il proprio Dharma disprezzando e criticando il Dharma altrui, ma bisogna vedere quel che c'è di buono in ogni Dharma e apprezzarlo per questo. Così facendo, infatti, si aiuta il proprio Dharma a crescere e si rende un servizio anche al Dharma degli altri. Comportandosi nel modo opposto si scava la tomba al proprio Dharma e si danneggiano gli altri. Chiunque esalti il proprio Dharma e disprezzi gli altri, lo fa certo per devozione al suo Dharma, pensando "Voglio rendere onore al mio Dharma", ma, al contrario, comportandosi così, danneggia il proprio Dharma in modo ancor più grave. Pertanto la concordia è cosa buona: siate tutti disposti ad ascoltare tutto e siate aperti alle dottrine professate dagli altri». Parole che colpiscono per lungimiranza e apertura.

Ma, nonostante gli sforzi ripetuti, il dialogo è difficile e ben lungi dall'essersi ancora compiuto. Eppure resta una delle urgenze del nostro tempo. "Passare da una pluralità di religioni, puramente tollerata de facto, a un pluralismo religioso, pienamente accettato de iure, è un compito teologico di prim'ordine, dal quale dipende la gran parte del destino dell'umanità" - scrive Panikkar. Ma non è possibile alcun dialogo se non nello sforzo sincero di comprendere prima l'universo dell'altro, fino a provare anche simpatia e amore per la sua religione e forse anche l'intima convinzione che anch'essa possa essere vera. Conoscenza e amore devono tornare a incontrarsi. Questo non vuol dire necessariamente considerare tutte le religioni sullo stesso piano, pensare che, in fondo, dicano tutte la stessa cosa - una cosa del genere un sincero e devoto credente in una religione difficilmente riuscirebbe ad ammetterlo - ma piuttosto considerare la possibile unità delle religioni su un piano trascendente. Come scrive ancora Panikkar, "è evidente che le religioni non dicono la stessa cosa e che le loro rispettive dottrine sono diverse e molte volte incompatibili. Ma è altrettanto evidente che coloro che hanno compiuto un'esperienza profonda della realtà in modo concreto, come i mistici per esempio, non percepiscono incompatibilità tra di esse". 


Massimo Diana


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