LUNEDÌ 28 DICEMBRE 2020

Figlioli miei, questo è il messaggio che abbiamo udito da lui e che noi vi annunciamo: Dio è luce e in lui non c'è tenebra alcuna. Se diciamo di essere in comunione con lui e camminiamo nelle tenebre, siamo bugiardi e non mettiamo in pratica la verità. Ma se camminiamo nella luce, come egli è nella luce, siamo in comunione gli uni con gli altri, e il sangue di Gesù, il Figlio suo, ci purifica da ogni peccato. Se diciamo di essere senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi. Se confessiamo i nostri peccati, egli è fedele e giusto tanto da perdonarci i peccati e purificarci da ogni iniquità. Se diciamo di non avere peccato, facciamo di lui un bugiardo e la sua parola non è in noi. Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate: ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati: non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo (1Gv 1,5-2,2).
"Mettere in pratica la verità" significa fare la nostra parte, accondiscendere e obbedire al nostro destino, riconoscendo la "tenebra" e la tendenza alla "menzogna" e all'autoinganno che abita in noi. Piuttosto che continuare a scrutare e a combattere le ombre degli altri, impegniamoci ogni giorno a scrutare e a combattere le nostre. Giovanni ci dice che non abbiamo più bisogno di "capri espiatori" o di "vittime di espiazione. La via che ci indica non è quella del "sacrificio" dell'altro, ma piuttosto la via dell'"autosacrificio". È sottomettendo il nostro ego - sacrificandolo - al nostro mito, al nostro destino, che 'salveremo' noi stessi e il mondo.

La più elevata forma di grazia è il silenzio. È anche il supremo insegnamento spirituale... Tutti gli altri insegnamenti derivano dal silenzio, e sono perciò secondari. Il silenzio è l'insegnamento originario. Se il guru è in silenzio, la mente del cercatore si purifica da sé.Il voto di silenzio è soltanto un voto. Può essere utile in qualche misura nella meditazione. Ma che senso ha tenere la bocca chiusa e lasciare la mente sfrenata? Il guru è colui che trasmette il silenzio e rivela la luce della conoscenza del Sé che splende come la realtà residua. Le parole non hanno alcuna utilità se gli occhi del guru incontrano gli occhi del discepolo. Il silenzio di un realizzato è potentissimo. Egli irraggia onde di influsso spirituale che attirano le persone verso di lui. Eppure può stare seduto in una grotta mantenendo un assoluto silenzio. Non ha bisogno di andare tra la gente. Se occorre, può farlo utilizzando altre persone come suoi strumenti.
(Ramana Maharshi)

Se il tuo fedele amico ha peccato contro di te, o Varuna, / egli resta tuttavia tuo amico, quello che tu ami. / Non come peccatori, o Vivente, possiamo noi venire di fronte a te! / Concedi protezione a colui che a te inneggia, come a un saggio! (Rg-veda VII,88,6)
È questa profonda e universale fiducia che consente all'uomo spirituale di accettarsi, per potersi poi anche migliorare. Non è possibile, infatti, alcuna trasformazione senza una previa accettazione di quel che si è, con tutte le ombre e i limiti che pur ci connotano. Ma è alquanto difficile - o forse anche impossibile - accettarci nella nostra fragilità e debolezza senza una fiducia in una superiore accettazione incondizionata. Sapendoci già accettati in tutto l'inaccettabile che ci abita, possiamo a nostra volta accettarci per quel che siamo e iniziare seriamente a lavorare alla nostra umanizzazione.
Massimo Diana
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