MARTEDI 16 MARZO 2021
L'aquilone sfrutta la forza del vento. / Esprime la nostra intenzione, / ma non può cambiare il vento.Si può giocare con un aquilone facendolo abbassare, girare e volteggiare a piacere. Se siamo esperti possiamo addirittura usare un aquilone da battaglia e lanciarlo all'inseguimento di un altro sino ad abbatterlo. È divertente far volare gli aquiloni e sentire il loro strappo potente all'estremità della cordicella. Talvolta il vento è così forte che quasi ci solleva da terra. Quando si sfruttano le forze della natura, si sfruttano cose potenti. Questo è un esempio di corretta utilizzazione del Tao. Significa trarre vantaggio dalle forze della natura, accettare il loro funzionamento e cercare un modo per sfruttare la loro potenza. Non significa invece cercare di cambiare o di imprigionare le cose. Se il vento non sostiene il nostro aquilone nella direzione che noi vorremmo, non possiamo farci nulla. Possiamo solo prendere a prestito la sua energia. Quando l'iniziativa e le forze della natura si combinano, allora vi è autentica armonia
(Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno)
Non siamo così onnipotenti da vincere le forze della natura, ma possiamo essere così intelligenti e saggi da saperne sfruttare al meglio le infinite risorse. L'aquilone sfrutta la forza del vento... ma non può cambiare il vento. Qui è un semplice oggetto a farci da maestro: un semplice aquilone. Naturalmente per trarre vantaggio dalle forze della natura occorre conoscere il loro funzionamento, e umilmente accettarlo. Non siamo onnipotenti, volere non è sempre potere. Questa umile accettazione è proprio l'opposto del cercare di cambiare o di imprigionare le cose: «se il vento non sostiene il nostro aquilone nella direzione che noi vorremmo, non possiamo farci nulla» e cercare di opporci sarebbe un vano e inutile spreco di energie. Possiamo solo prendere a prestito l'energia del vento. Quando la nostra saggia iniziativa e le potenti forze della natura si combinano, vi è autentica armonia, si vive nel Tao.
Non seguire delle vie complicate, per raggiungere ciò che puoi fare con mezzi semplici.
Nessuna sostanza diviene perfetta, senza una lunga sofferenza.
La natura deve essere aiutata dall'arte, ogniqualvolta abbia insufficiente forza.
La natura può essere migliorata solo in se stessa, la natura usa la natura, la comprende e la vince.
Chi non conosce il movimento, non conosce la natura.
Ciò che non è maturo sia aiutato da ciò che è giunto a maturità.
Nell'alchimia niente produce frutto senza essere stato preventivamente mortificato.
Ciò che uccide produce la vita, la morte fa nascere la resurrezione, la distruzione crea.
Tutto si moltiplica ed aumenta mediante un principio maschile e femminile.
La facoltà di ogni germe è di nutrirsi a ciò che fa parte del suo regno.
Una matrice pura fa nascere un frutto puro, il seme è sterile se non è posto in una matrice appropriata.
Adopera unicamente quei metalli che sono perfetti.
(Assiomi ermetici)
Nell'istante in cui ode il suono, il pastore salta d'un tratto indietro e incontra l'origine riconoscendola. I sensi errabondi si sono acquietati in serena armonia con questa origine. Disvelato, il bue governa nella sua interezza ogni gesto del pastore. La sua presenza si dispiega ineluttabile, come il sale nell'acqua del mare. Se il pastore spalanca gli occhi e guarda attentamente, non scorge allora nient'altro se non se stesso.
(Vuoto/Pieno. Il bue e il suo pastore. Una storia zen dall'antica Cina, a cura di V. Tamaro)
Tutto, guadagno e perdita, giusto e sbagliato, bene e male, autentico e inautentico, rientra nell'unica essenza indifferenziata. Ma nell'istante in cui sorge, sia pur minimamente, una volontà capricciosa o un'opinione determinata dall'amore e dall'odio, il bue del cuore è già fuggito via. Mentre nel divenire 'uno' del cuore e delle cose esistenti, il bue del cuore traspare in ogni gesto del pastore.
Massimo Diana