MARTEDI 20 APRILE 2021
Chi segue il Tao lo fa / per sua predilezione. / Non vi sono promesse, / ma le ricompense / sono incommensurabili.Di tutte le tradizioni spirituali, il Tao è fra le meno popolari. I suoi seguaci sono poveri e umili. Molto più numerose sono le tradizioni che parlano di paradiso, perdono, consolazione, estasi, possesso, potere e ricchezza. Il Tao offre solo tre cose: buona salute, una via per superare il disorientamento esistenziale e il superamento della paura della morte. Per questo i seguaci del Tao sono così pochi. Non esiste fama; non esiste congregazione, né gerarchia. O siamo nel Tao, oppure ne siamo momentaneamente fuori. E quando moriamo, moriamo. Per seguire il Tao occorre essere forti. Se non ci lasciamo scoraggiare dalla povertà, dall'isolamento e dall'oscurità, scopriamo una devozione incrollabile che ci sosterrà per tutta la vita. Le ricompense ci giungeranno in maniera lenta e non evidente; non diventeremo improvvisamente ricchi e importanti, ma con grande gioia ci accorgeremo che esiste una fonte di sostentamento segreta. Attingendovi, ogni nostro dubbio svanirà e sapremo sopportare meglio povertà e solitudine.
(Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno)
A ben guardare, ciò che il Tao offre è tutto ciò di cui abbiamo bisogno, tutto il resto è superfluo, o addirittura dannoso: aspirare ad una pienezza o ad una felicità che ci sarà solo in un'altra vita può essere non solo una forma di alienazione ma, talvolta, anche un comodo alibi per non giocarci completamente in questo tempo e in questa vita che ci sono dati. Per questo - dicono i maestri Taoisti - i seguaci del Tao sono così pochi. Come, peraltro, sono altrettanto pochi i seguaci genuini delle altre tradizioni. Il cammino spirituale è per tutti, ma pochi sono quelli che lo intraprendono con generosità e sincerità. In questa "comunità planetaria" «non esiste fama; non esiste congregazione, né gerarchia». Una tale comunità coincide solo in parte con i confini visibili delle Istituzioni religiose; per buona parte li trascende e vi fanno parte uomini e donne di tutte le fedi, le culture, le tradizioni, senza alcuna differenza o gerarchia. Ciò che viene richiesto è solo un po' di coraggio, di forza e di perseveranza per restare in cammino, nonostante tutte le avversità e gli imprevisti della vita. Ciò che in questo testo viene detto del Taoismo possiamo estenderlo tranquillamente ad ogni esperienza spirituale genuina e profonda. È proprio così che succede.

Allora Dio passeggiò in giro e intorno guardò tutto quello che aveva creato. Guardò il suo sole e guardò la sua luna.
Guardò le piccole stelle; e il suo mondo guardò con tutte le creature viventi, e Dio disse: «Sono ancora solo...».Da un letto di fiume prese un pugno d'argilla; e s'inginocchiò sulla sponda;
E lì il Gran Dio Onnipotente che aveva illuminato il sole e fissato lo aveva nel cielo, che aveva scagliato le stelle nel più lontano angolo della notte, che arrotondato aveva la terra nelle sue mani; Questo Gran Dio, come una mamma china sul suo bambino, s'inginocchiò nella polvere a lavorare un pezzo d'argilla finché lo formò a sua somiglianza, poi soffiò in lui il fiato della vita, e l'uomo cominciò a vivere. Amen. Amen.
(James Weldon Johnson)

Ottava stazione. Il perfetto oblio di bue e pastoreTutti i desideri mondani sono caduti, e nello stesso tempo anche l'idea di santità si è svuotata senza lasciare traccia. Non indugiare tutto contento nel luogo dove vive il Buddha. Oltrepassa rapidamente il luogo dove non vive alcun Buddha. Quando uno non resta attaccato a nessuno dei due, sondare la profondità del suo animo sarebbe impossibile anche per chi avesse mille occhi. La santità a cui uccelli offrono fiori non è che ignominia.
(Vuoto/Pieno. Il bue e il suo pastore. Una storia zen dall'antica Cina, a cura di V. Tamaro)
La natura peculiare dello zen si trova al di fuori della dottrina buddhista e di per sé non richiede né intelletto né erudizione. Essa consiste nel "distacco dall'intera vita e insieme nella vita distaccata", cioè nel perfetto oblio di bue e pastore. In tale oblio, lo studente non venera i propri maestri né apprezza la sua propria mente. Il cuore diventa vuoto, la posizione tranquilla, e il corpo diventa così com'è. Abbandona l'erramento e non si attacca alla verità. Abbandona l'essere e non si attacca al nulla. Non dimora né nell'erramento né nel risveglio. Non è né un essere del mondo né un santo. Tutti i desideri mondani sono svaniti e nello stesso tempo si è svuotata l'idea di santità, senza lasciare traccia. Questo perfetto 'nulla' è il luogo originario da cui sorgono ogni pensiero e ogni sapere.
Massimo Diana