MARTEDI 26 GENNAIO 2021

26.01.2021

Dio giunse all'Albero della conoscenza del bene e del male / e vi trovò il serpente che strisciava ai piedi dell'albero. / Dio chiese: "O Serpente, perché sei ai piedi dell'albero / come se dovessi partire per un viaggio?". / Il Serpente replicò: "O Dio, / vorrei lasciare il Giardino di Eden / e seguire Adamo ed Eva nel loro viaggio verso la libertà. / Ti prego, benedicimi e consentimi di partire"

(John Martin Sahajananda, A new song of creation)


Il Serpente, che in questa rilettura del mito di Genesi è una creatura buona, chiede a Dio la benedizione: «vorrei lasciare il Giardino di Eden e seguire Adamo ed Eva nel loro viaggio verso la libertà. Ti prego, benedicimi e consentimi di partire». Il Serpente sa quello che ha fatto e sa, nel proprio intimo, di non aver disobbedito al volere di Dio, sebbene il suo compito sia stato proprio quello di istigare a trasgredire il comando di Dio: «Ho fatto questo in buona fede come se sapessi che questo era il Tuo piano per l'intera umanità». È cioè consapevole che toccava a lui l'ingrato compito di risvegliare l'uomo dal suo stato di inconsapevolezza, e di metterlo in movimento verso la sua individuazione, umanizzazione, la sua crescita verso la pienezza.  

I saggi dell'antichità erano sottili, astratti, profondi, le parole non possono descriverli. Erano circospetti, come uno che d'inverno attraversa un fiume gelato; prudenti, come uno che teme i suoi vicini. Riservati, come un invitato davanti all'ospite. Duttili, come il ghiaccio che sta per fondere. Rustici, come il legno non lavorato. Comprensivi, come una vallata; turbolenti, come acqua limacciosa. Cosa fa cessare la turbolenza? La calma che chiarifica l'acqua torbida. Cosa può produrre la pace? Il non opporsi al movimento. Colui che segue la via non si consuma in desideri sterili, vivendo nell'oscurità senza pretendere di rinnovare il mondo. Raggiungere il vuoto perfetto, è stabilire la propria dimora nella tranquillità.

(Lao-Tse)

Egli darà avvio al suo ministero con queste parole: / 'Convertitevi, il Regno di Dio è vicino'. / Il Regno di Dio è l'esperienza della Mia presenza universale, / e dell'identità dell'uomo come Me. / Convertirsi è un invito a rientrare nel Giardino di Eden in piena consapevolezza. / In lui solleverai il tuo capo, / sarai liberato dal tuo strisciare / e riceverai una piena liberazione. / Con lui anche tu potrai ritornare al Giardino di Eden / e vivrai presso l'Albero della Vita e dell'Unità / con il capo alzato. / Diverrai il simbolo della consapevole unità 

(John Martin Sahajananda, A new song of creation)


Eccoci giunti all'epilogo della rilettura del mito biblico delle origini compiuta da John Martin, monaco indiano, camaldolese. È ancora Dio a parlare, rivolto al Serpente. Ha appena annunciato l'avvento di un bambino che, come un secondo Adamo, come Uomo nuovo, aprirà la via del ritorno al Giardino di Eden, in piena consapevolezza. Costui inviterà alla conversione: «Convertitevi, il Regno di Dio è vicino». Il Regno di Dio non è altro che l'esperienza della 'presenza' universale di Dio e dell'identità dell'uomo come Dio. L'invito a convertirsi che questo Uomo nuovo fa a tutti, a ciascuno di noi, non è null'altro che l'invito «a rientrare nel Giardino di Eden in piena consapevolezza». E proprio in questo consiste lo scopo ultimo del cammino spirituale: un grande viaggio per ogni dove, ma per comprendere, alla fine, che quel che cerchiamo è già da sempre là, da dove proveniamo. Ebbene questo Dio 'benedice' il Serpente, non lo maledice affatto: «Possa tu avere la forza di adempiere alla tua chiamata. Possa tu avere la pazienza per sopportare le accuse dell'umanità. Possa tu avere successo nei tuoi sforzi per disilludere le persone sul sentiero dell'ignoranza. La mia grazia sarà con te».


Massimo Diana 


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