MARTEDI 27 APRILE 2021

27.04.2021

Il canto degli uccelli vola affrancato / nel cielo azzurro e sui verdi campi. Quando sentite fluire il Tao, / cedetegli il passo, cedetegli il passo. Cosa significa sentire il Tao? È un fluire privo di sforzo, uno slancio travolgente. Assomiglia al canto degli uccelli che si innalza e libra su un paesaggio sconfinato. Possiamo sentirlo nella nostra vita: gli avvenimenti scorreranno a velocità perfetta, con cadenza sublime. Possiamo sentirlo nel nostro corpo: l'energia monterà in noi in un esaltante crescendo, vivificando i nostri nervi. Possiamo sentirlo nello spirito: entreremo in uno stato di grazia così sublime, da riverberarsi sul paesaggio della realtà come il fugace canto degli uccelli. Quando il Tao ci viene incontro in questo modo, cavalchiamolo al massimo delle nostre possibilità. Non ostacoliamolo - fermarlo porta fallimento, alienazione e rimpianto. Non cerchiamo di dirigerlo. Lasciamolo scorrere e seguiamolo. Quando il Tao è con noi, accantoniamo ogni preoccupazione. Sinché il canto dura, assecondiamolo. Assecondiamolo e basta. 

(Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno)

Quando avvertiamo fluire il Tao nella nostra vita, nel nostro corpo, nel nostro ambiente, non dobbiamo fare altro che cedergli il passo. Si tratta di cogliere a piene mani e con prontezza le occasioni che la Vita ci dona. Quando il Tao ci viene incontro, cavalchiamolo al massimo delle nostre possibilità - dicono i maestri taoisti. Dobbiamo semplicemente non ostacolarlo, perché fermarlo porta fallimento, alienazione e rimpianto. Fare spazio al Tao senza cercare di dirigerlo, lasciandolo semplicemente fluire e assecondandolo, non significa altro che accogliere e assecondare lo Spirito. Significa mettere da parte l'ego con i suoi progetti e i suoi attaccamenti per assecondare quello che la Vita ci sta qui ed ora porgendo. Quando lo Spirito - che soffia dove vuole - ci avvolge con la sua sottile armonia, accantoniamo ogni preoccupazione e assecondiamolo. «Assecondiamolo e basta».

Potenze che siete in me, cantate l'Uno e il Tutto. Potenze che siete in me, cantate accordandovi alla mia volontà. 

Conoscenza santa, illuminata da Dio, per mezzo tuo canto le lodi alla luce intelligibile, gioisco della gioia dell'intelletto.

Potenze tutte, cantate insieme con me. Anche tu canta, o continenza. O mia giustizia, canta ciò che è giusto con le mie parole, o mio altruismo, canta il tutto con la mia voce.

O verità, canta la verità; o bene, canta il bene; o luce e vita, da voi viene la lode e a voi ritorna. Grazie a te, o Padre, tu sei l'energia delle potenze.

Grazie a te, o Dio, potenza delle mie forze, la tua Parola per mezzo mio ti canta inni e lodi. Ricevi da me il tutto mediante la parola, offerta presentata dalle parole. Salva e illumina il tutto che è in noi, o Vita, o Luce, o Soffio vitale.

(Ermes Trismegisto) 

Nona stazione. Ritornato al fondamento e all'origine 

Fin dall'inizio è puro, e non c'è polvere alcuna. Là uno osserva il ritmico sorgere e tramontare degli enti e dimora nella quiete raccolta del non-agire. Egli non si lascia trarre in inganno dalle fugaci fantasmagorie del mondo e non ha più bisogno di disciplina alcuna. Azzurri scorrono i fiumi, verdi si innalzano le montagne. Egli se ne sta seduto in solitudine e osserva il mutamento di tutte le cose.

(Vuoto/Pieno. Il bue e il suo pastore. Una storia zen dall'antica Cina, a cura di V. Tamaro)

Se l'ottava stazione concerne l'essenza (indifferenziato), la nona concerne le cose esistenti (differenziazione). Il rovesciamento o l'altro lato dell'assoluto. L'indifferenziato è la differenziazione e la differenziazione è l'indifferenziato. In questo cerchio fluisce la via dello Zen, che fin dall'inizio è pura e priva di polvere. Questo nostro mondo reale, dove le verdi montagne sono proprio verdi e il fiume azzurro è proprio azzurro, non è null'altro che il dispiegarsi nella presenza della natura originaria. Fin dall'inizio, cioè fin dal tempo che precede la nascita del mondo, tutti, monaci e laici, gatto e albero, in breve tutte le cose esistenti sono già Buddha. Il risveglio non è dunque che un ritorno all'inizio. L'uomo che ha fatto ritorno a questo inizio si chiama "l'uomo dal cuore che non ha forma". Il mondo reale viene solennemente affermato proprio nella sua realtà. Regna grande pace, grande gioia, grande libertà.

Massimo Diana


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