MARTEDI 30 MARZO 2021

Modello e creatività / sono i due poli dell'azione.È saggio programmare ogni giornata. Quando ci poniamo degli obiettivi e organizziamo le nostre attività, possiamo stare certi che ogni giorno della vita sarà pieno e non andrà sprecato. A questo scopo i seguaci del Tao utilizzano dei modelli. Essi osservano la natura e colgono le invisibili linee del destino. Immaginano così un modello da seguire per la loro vita intera, e con questo sistema si garantiscono il successo globale. Confrontano poi i modelli quotidiani con i traguardi complessivi e navigano nel mare della vita con grazia e sicurezza. Ciò che rende formidabile il seguace del Tao è proprio questa capacità di discernere e manipolare modelli sconosciuti all'uomo comune. Quando accadono cose imprevedibili, i seguaci del Tao si rivelano particolarmente bravi nell'arte dell'improvvisazione. Se le circostanze li scoraggiano, essi cambiano immediatamente. Per evitare la confusione, continuano a discernere i disegni e i modelli celati nella situazione contingente e ne creano di nuovi, un po' come il giocatore davanti alla scacchiera. La creazione spontanea di nuovi modelli è l'arte cui mirano.
(Deng Ming-Dao, Il Tao per un anno)
È saggio ed è una buona abitudine programmare ogni giornata: porci degli obiettivi e organizzare le nostre attività è la via per rendere ogni giorno della vita pieno e non sprecarlo. Ed è anche un bell'esercizio spirituale: ogni giorno la nostra vita si accorcia di 24 ore... non sprechiamo il tempo che ci è donato! Ma, nello stesso tempo, dobbiamo essere preparati a quanto di imprevedibile può accadere. La fedeltà ai propri 'programmi' non deve mai essere disgiunta da una buona dose di flessibilità e disponibilità ad adattarsi creativamente agli imprevisti. In questi casi occorre essere bravi «nell'arte dell'improvvisazione»; saper improvvisare o saper "immaginare altrimenti", è un'altra dote spirituale estremamente preziosa. Ogni situazione contingente ci parla; dobbiamo imparare ad ascoltarla e a «cambiare immediatamente» programma, se necessario. Fino ad essere un po' come un «giocatore davanti alla scacchiera»: anche questa è un'arte spirituale preziosa.

La natura è sacra, in quanto espressione del divino; conservare un contatto con essa comporta il raggiungimento della completezza e della felicità, e significa mantenersi vicino ai kami. Come tale la natura va rispettata, venerata e soprattutto tutelata, poiché è da essa che deriva l'equilibrio della vita.
(Affermazione shintoista)

Se sorge, anche solo impercettibilmente, un qualsivoglia pensiero, inevitabilmente ne segue poi un altro - una successione infinita. Nel risveglio esso entra nella verità, nell'erramento invece tutto diventa non vero. Ogni cosa presente nel mondo è priva di natura propria, ma sorge unicamente a partire dal cuore originario. Tieni ben strette le briglie e non concedere a te stesso alcun indugio!
(Vuoto/Pieno. Il bue e il suo pastore. Una storia zen dall'antica Cina, a cura di V. Tamaro)
Fino a quando noi vediamo o solo ciò che esiste, o solo il nostro sé originario, non potremo mai entrare nel mondo della verità. Solo là dove ciò che esiste e il nostro sé originario sono divenuti interamente uno, quando cioè abbiamo preso dimora nella sfera dell'Uno-tutto, del raccoglimento unificante, nell'istante della "grande morte", si dischiude a noi il mondo. "Frusta e briglia" in questo contesto rappresentano i kôan assegnati e gli insegnamenti e le raccolte di detti degli antichi maestri. Se lo studente vuole domare il bue già catturato, e renderlo mansueto, deve tenere a mente il kôan assegnatogli in qualsiasi azione sia impegnato, investigarlo e concentrarsi nella corretta pratica. Un'irruzione improvvisa è relativamente facile da conseguire, ma la pratica successiva all'irruzione è molto difficile e richiede costanza e pazienza umile. Sussiste sempre il pericolo che lo studente ricada confuso nel mondo di prima. Se il pastore, dopo ripetuti sforzi, ha domato il bue, questi lo seguirà come la sua ombra. Ma finché non è in grado di superare i Buddha e gli antichi maestri non gli è concesso arrendersi.
Massimo Diana