MERCOLEDI 10 MARZO 2021

La festa islamica di Lailat al Miraj ricorda il viaggio notturno di Maometto dalla Mecca a Gerusalemme e la sua ascensione al cielo. Qui Allah ha comandato a Maometto il dovere del Salat: la preghiera rituale cinque volte al giorno. Il gesto con il quale possiamo oggi accompagnare la nostra Salat, in comunione con i nostri fratelli musulmani, è l'inchino e la prostrazione fino a terra - fino ad appoggiare la fronte a terra - che possiamo ripetere all'inizio e alla fine di ogni momento di preghiera. Un gesto questo, da compiere lentamente e con consapevolezza, con quell'umiltà che, etimologicamente, è ciò che ci riconduce a quella terra - humus - da cui proveniamo e verso cui ritorneremo.

Il Creatore, che dimora in tutto, fa sì che ciascuno interpreti la sua parte nella vita a seconda del proprio karma. Ciò che non è destinato ad accadere non accadrà mai, nonostante gli sforzi. Ciò che è destinato ad accadere accadrà per forza. Non ci sono dubbi. Perciò, l'atteggiamento migliore è rimanere in silenzio.
Tutte le azioni che il corpo compirà sono prefissate sin dal momento della sua nascita. Non sta a te volerle o non volerle. L'unica libertà che puoi avere è quella di volgere la mente all'interno, e lì rinunciare alle azioni.
Sapendo che tutto ciò che sperimentiamo in questa vita è semplicemente ciò che è stato preparato per noi dal nostro prarabdha, non saremo turbati da qualunque esperienza. Sappi che tutte le esperienze ci sono imposte, che le vogliamo o no.
(Ramana Maharshi)

C'è una Luce che risplende sopra questo cielo, sopra tutti i mondi, sopra tutto ciò che esiste nei mondi più alti, oltre i quali non ce ne sono di più alti - è la Luce che risplende dentro l'uomo.
(Chāndogya-upanisad III,13,7)
Questo testo delle Upanisad ci conduce dal mistero della luce esteriore al mistero della luce interiore, sebbene questa non sia mai svincolata da quelle che sono le cinque sorgenti cosmiche della luce: il sole, la luna, le stelle, il lampo e il fuoco. Naturalmente queste cinque fonti di luce dipendono tutte da una luce suprema, trascendente e immanente allo stesso tempo, fonte e origine di tutte queste altre luci. Colui che scopre l'ātman, colui, cioè, che si rende conto del nucleo di tutte le cose e della dimensione ultima di tutto, scopre anche questa luce interiore. L'uomo veramente realizzato, l'uomo adulto, non solo diviene una luce per se stesso, ma anche, naturalmente e spontaneamente, emana luce per gli altri. L'uomo cioè che ha realizzato l'ātman splende di luce propria e illumina. La 'pace' che ha saputo trovare e costruire in sé diviene, senza sforzo alcuno, causa di pace e salvezza per chiunque lo incontra.
Massimo Diana