MERCOLEDÌ 16 DICEMBRE 2020

Om. Meditiamo sullo splendore glorioso del divino Vivificatore. Possa Egli illuminare le nostre menti!
Om.Alta Verità, Ordine inflessibile, Consacrazione,
Ardore e Preghiera e Sacro Rituale
sostenne la Terra; possa ella, la dominante Signora
di ciò che è stato e di ciò che sarà,
estendere ampiamente per noi un dominio illimitato.
Indipendente in mezzo agli uomini, la Terra,
adorna di alture e dolci pendii e pianure,
produce piante ed erbe dai vari poteri curativi.
Possa ella estendersi ampiamente per noi, donarci gioia!
Colei sulla quale sono l'oceano, il fiume, e tutte le acque,
colei sulla quale sono spuntati cibo e messi del contadino,
colei sulla quale si muove tutto ciò che respira e si agita
la Terra, possa ella concederci il primo abbondante sorso!
(Bhūmi Sūkta - Inno alla terra, Atharva-veda XII,1)
La terra è la madre universale, dispensatrice di ogni sorta di beni: l'inno descrive poeticamente e con grande forza la bellezza e la ricchezza della natura. Questi primi versi sono dedicati alle origini della terra. Segue una descrizione geografica, o diremmo meglio, una visione altamente poetica della natura.

Quando Krishna, il Signore dello yoga, ebbe così parlato, svelò ad Arjuna la forma suprema divina. Svelò la forma divina dai numerosi e stupendi aspetti, dalle innumerevoli bocche e dai molteplici occhi. Rivestita di ornamenti e di armi divine, splendida di tutte le meraviglie, col volto che guarda in tutte le direzioni. Come se la luce di mille soli fosse sorta improvvisa, così ardeva lo splendore dell'Essere divino. Allora Arjuna vide l'intero universo, uno e molteplice, qual corpo Uno del Dio degli dèi. Stupefatto, con i capelli irti, con mani giunte e capo inchinato, così a Dio parlò: Nel tuo corpo, o Divino, vedo la moltitudine degli dèi e degli esseri, Brahma, il Signore seduto sul fiore di loto, gli uomini saggi e i serpenti divini. Vedo la tua forma con innumerevoli braccia, in te non vedo principio, né termine, né centro, o Signore del cosmo e forma infinita. Ti vedo portare il diadema, le armi, o fiume di luce, ovunque risplendente. La tua luce erompe ovunque, la tua immensità abbaglia i miei occhi come il fuoco e il sole.
(Bhagavad-Gita)

Instilla in me abbondantemente quella fragranza, / o Madre Terra, che emana da te / e dalle tue piante e acque, quel dolce profumo / che tutti gli esseri celestiali sono soliti effondere, / e non permettere che alcun nemico ci auguri mai del male! // La tua fragranza che è penetrata nel loto, / e di cui olezzavano gli Dei immortali al matrimonio / della figlia del Sole, o Terra, in tempi primevi - / instilla in me abbondantemente quella fragranza, / e non permettere che alcun nemico ci auguri mai del male! // La tua fragranza che aderisce agli esseri umani, / il buon umore e il fascino di donne e uomini, / quella che si trova nei cavalli e nei guerrieri, / quella che è nelle bestie selvatiche e nell'elefante, / la radiosità che splende attorno a una fanciulla - / o Terra, impregna anche noi di quella fragranza, / e non permettere che alcun nemico ci auguri mai del male!
(Bhūmi Sūkta - Inno alla terra, Atharva-veda XII,1)
Massimo Diana
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