QUANDO L'ECONOMIA DIVIENE UNA SOTTILE TENTAZIONE
INCHIESTE

Ci vergogniamo quando ci accorgiamo di essere vulnerabili sia fisicamente, spiritualmente o altro.
Con Xl secolo, l'avarizia è il peccato per eccellenza perché nuoce agli altri: l'avaro identifica l'essere con l'avere.. " io sono ciò che ho" Ecco perché fino al XI secolo il peccato capitale era la superbia e da un atto di superbia si arrivava alla disubbidienza e di conseguenza all'avarizia.
L'avarizia si manifesta in quella forma che noi abbiamo un po' dimenticato, ma che per molti secoli ha caratterizzato la storia dei nostri progenitori: usura, accumulazione dei beni a scopi non produttivi.In seguito poi il vescovo di Cesarea, San Basilio, pubblica un' omelia sul buon uso delle ricchezze sostenendo che la a ricchezza è come l' acqua del pozzo, se non si attinge dopo un po' imputridisce, se la si attinge essa disseta, irriga i campi e la sorgente la rigenera.
L' avaro è chi accumula e tiene per sé e non fa circolare. I monaci cistercensi che seguono la regola di San Benedetto (ora et labora), accumulavano beni e donazioni. Il risultato un paradosso che gli storici chiamarono "l'imbarazzo della ricchezza". In seguito San Francesco d'Assisi e i francescani, con idee rivoluzionarie e nessuno le aveva avute prima di Francesco, distribuirono le ricchezze per produrre ricchezza e rigenerarla. Francesco opta per la povertà che non è miseria. L' economia di mercato è un'innovazione francescana, essa non viene riconosciuta dagli storici e l' economia di mercato viene identificata come economia capitalistica. Ai nostri giorni l'economia di mercato viene associata all'economia capitalistica e per gli stranieri portatrice di tutti i mali prodotti dal capitalismo.
Bernardino da Siena, Matteo Palmieri e altri hanno pensato all'economia di mercato come bene comune e come ridistribuzione della ricchezza. Ecco perché l'avarizia in tutte le sue forme viene condannata. La Chiesa cattolica condanna l'usura in quanto viene vista come meccanismo che impedisce quella ricreazione e trasformazione della ricchezza stessa.

L'obiettivo del fare economico è il bene comune, di tutti gli uomini nelle loro dimensioni (materiale, culturale e spirituale). Non conta più il bene di tutto l'uomo e di ciascun uomo: se io guadagno più di te l'importante è che il mio guadagno aggiuntivo sia superiore a quello che tu prendi e quindi io posso portarti via qualcosa.
La logica del capitalismo è questa: le risorse devono essere date nelle mani di chi è più efficiente e produttivo e di chi è capace di farle fruttate, così l'obiettivo della massimizzazione del bene comune viene raggiunto.
Nel 1700 l'avarizia non è peccato, ma virtù. Nell' ultimo quarto di secolo con la globalizzazione e la terza rivoluzione industriale, l'avarizia torna ad essere un vizio capitale. Lo sviluppo capitalistico ha fatto crescere il benessere individuale. Ora, però il capitalismo è inadeguato soprattutto nei Paesi Occidentali e nei Paesi in via di sviluppo, le nuove povertà non si riferiscono solo alla "miseria" materiale, ma solitudine esistenziale, mancanza di beni che il capitalismo non è in grado di dare.
Le disuguaglianze aumentano. Un' economia come quella attuale, basata sulle idee è disuguale di un' economia basata sulla produzione delle merci. Il mercato dei capitali ha creato il fenomeno del finanziarizzazione dell' economia. Il mondo della finanza aumenta le differenze.
Oggi la ricchezza non è legata né al lavoro ne alle macchine, ma al mondo del mercato dei capitali oppure a chi ha l'inventiva di soggetti che trovano il modo di produrre beni o servizi di grande utilità. Questa economia però non è sostenibile perché produce effetti disastrosi.
Angela Terenghi