SABATO 12 DICEMBRE 2020

La festa ebraica di Chanukah, detta anche Festa delle Luci, cade generalmente in dicembre e dura otto giorni. I nostri fratelli ebrei fanno memoria della Dedicazione del Tempio dopo la sua distruzione nel 164 a.C. ad opera di Antioco IV Epifane. Chanukah, infatti, significa 'dedica'. Per riconsacrarlo e riprendere il culto ininterrotto era necessario dell'olio d'oliva puro, ma se ne trovò una misura sufficiente solo per una giornata... ma le lampade non si spensero per otto giorni nonostante il poco olio.

«YHVH Elohim lo cacciò dal Giardino di Eden... Egli allontanò et Adamo». (Genesi 3,23-24)
Il primo passo dello Zòhar si sofferma sulla particella 'et' che, nel testo ebraico, precede il nome di Adamo. Nella tradizione rabbinica 'et', spesso, amplifica il significato originale di un versetto. Qui questa parolina allude alla vera natura del peccato di Adamo. Adamo è stato scacciato dal Giardino di Eden perché aveva allontanato 'et'. Nello Zòhar 'et' indica la Shekhinà, simbolo dell'intera 'lingua' divina. Ebbene, Adamo, mangiando dell'Albero della Conoscenza del Bene e del Male (anch'esso un simbolo della Shekhinà), spezza il legame divino-umano, perdendo la consapevolezza della presenza di Dio. La missione speciale di Israele si delinea allora come un portare a compimento e partecipare alla riunificazione tra l'Assoluto (il Re) e la Shekhinà (la Regina), tra il trascendente 'maschile' e l'immanente 'femminile', così che il Regno di Dio possa, infine, nascere sulla terra. Da qui il nostro compito, la nostra vocazione: guadagnare di nuovo una coscienza cosmica, ritornare, consapevolmente, alla nostra origine e alla nostra vera essenza.

L'intelletto che vede Te, invisibile, ovunque, e Ti scorge in ogni luogo.
L'intelletto che riconosce la voce del Tuo silenzio, nell'armonia dell'universo.
Tu sei Tutto, ciò che è e ciò che non è, ciò che sarà e ciò che mai sarà.Tu sei la vita, Tu sei la morte.
Tu sei il vuoto, Tu sei la pienezza.
Tu sei la tenebra, Tu sei la luce.Tu sei il silenzio, Tu sei la voce.
Tu avvolgi l'infinito: l'infinito è colmo di Te.
Tu abbracci e contieni Tutto: il Tutto è in Te, il passato, il presente, il futuro.
Tu sei il Tutto che è Uno, l'Uno che è il Tutto.
Parole che fluiscono in una sola parola, parola che risuona nel silenzio.
(Tikkuné ha Zohar)

"Accadde dopo questi devarim che Elohim mise alla prova Abramo. Gli disse: «Abramo!» ed egli rispose: «Eccomi». Gli disse: «Prendi dunque il tuo unico figlio, che ami, Isacco, e vai nella terra di Morià e offrilo là come olocausto»" (Genesi 22,1-2).
Nella prospettiva mistica dello Zòhar, Abramo e Isacco, entrambi incompleti, si completano accondiscendendo a questa prova: Abramo pronunciando il suo "Eccomi!", Isacco - che secondo la tradizione rabbinica aveva già trentasette anni - non rifiutando o sottraendosi al gesto del padre. «Uno fu giudicato, uno eseguì il giudizio, determinandosi a vicenda. Pertanto l'istinto malvagio venne ad accusare Abramo, che era incompleto fino a quando non ebbe eseguito il giudizio su Isacco». E Isacco, «appena fu legato sull'altare, adeguatamente sottoposto al giudizio da Abramo, fu incoronato nel suo regno accanto ad Abramo». Un dono reciproco di libertà.
Massimo Diana
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