SABATO 23 GENNAIO 2021

Quando Rabbi Giacobbe Giuseppe era ancora Rav a Szarygrod e molto avverso alla via chassidica, un mattino d'estate, all'ora che si conducono gli animali al pascolo, arrivò nella sua città un uomo che nessuno conosceva, e si fermò con la sua carrozza sulla piazza del mercato. Chiamò il primo che vide passare con una mucca, e cominciò a raccontargli una storia, e questa piacque tanto che l'uomo non riusciva a staccarsi. Un secondo afferrò alcune parole passando, volle continuare la strada e non poté, e si fermò ad ascoltare. Ben presto intorno al narratore ci fu una piccola folla che continuava a crescere
(Martin Buber, I racconti dei Chassidim)
Questa pagina dei Racconti dei chassidim fa riflettere sulla bellezza e sulla forza del narrare storie. Abbiamo tutti bisogno di ascoltare storie, e ci sono storie che curano. Si potrebbe dire che la vita spirituale si fonda sulle storie, quelle che si ascoltano e quelle che si impara a raccontare. I grandi maestri spirituali sono stati, infatti, dei grandi raccontastorie. Come leggiamo del Baalshem in questa pagina, ma come sappiamo anche di Gesù e di Siddhartha, che parlavano spesso per parabole, raccontando storie. È infatti perlopiù attraverso storie semplici che le più profonde verità della vita possono efficacemente trasmettersi e operare trasformazioni.

Sul mercato del mondo ho portato quanto avevo: l'amore, la pace, la verità e la gioia. Io non vendo, ma prendete a piene mani, regalo a tutti l'amore, la pace, la verità e la gioia. Nessuno ha preso quello che avevo sul mercato del mondo: un riso ha accolto il mio invito. Si è mai visto un mercante offrire amore al mondo? Chi porta dei buoni sentimenti sul mercato del mondo? Non hai esperienza, va' in un'altra parte del mondo, sarai un eterno fanciullo sul mercato del mondo. Io so quello che vien venduto nel mercato del mondo; il sudore, e il sangue, il sangue del povero mondo.
(Abraham Reizine)

Uno scolaro chiese al Baalshem: «Come avviene che uno che ama Dio e sa di essergli vicino, provi talvolta una interruzione e una lontananza?». Il Baalshem spiegò: «Quando un padre vuole insegnare a camminare al suo figlioletto, lo pone prima davanti a sé e gli tiene le mani vicine, ai lati, perché non cada, e così il bambino avanza verso il padre tra le mani del padre. Ma quando è arrivato al padre, questi si allontana un poco e tiene le mani più discoste, perché il bambino impari a camminare»
(Martin Buber, I racconti dei Chassidim)
Questo racconto chassidico risponde al dubbio angoscioso che può attraversare la vita di ogni uomo e di ogni donna: ma dov'è Dio? Perché è vero che proprio nei momenti più difficili è come se Dio proprio non ci fosse. E invece... come dice un racconto brasiliano, sono proprio quelli i momenti - i momenti in cui sulla sabbia della spiaggia vediamo solo un'unica impronta e ci sembra di essere stati davvero soli - che Dio è più presente, prendendoci addirittura in braccio. Tutto sta nel come vediamo le cose, nel come le immaginiamo; e possiamo sempre immaginarle altrimenti. Ebbene, il primo brano ci dice che Dio, come un padre amorevole, si allontana, talvolta, ma per insegnarci a camminare, perché ci vuole più adulti.
Massimo Diana
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