SABATO 24 APRILE 2021

24.04.2021

Per la festa di Purim il «Nonno di Spola» usava preparare certe sue rappresentazioni. Egli sceglieva e istruiva con cura diversi chassidim che faceva travestire uno da «Re di Purim», gli altri da suoi principi e consiglieri. Questi sedevano poi insieme solennemente e tenevano consiglio o giudizio, parlavano, risolvevano e decidevano. Talvolta il «Nonno» stesso prendeva parte alla mascherata. I chassidim raccontano che tali rappresentazioni abbiano provocato grandi cose a grande distanza, abbiano sventato decreti o minacce che pendevano su Israele.

(Martin Buber, I racconti dei Chassidim)

Le rappresentazioni che il «Nonno di Spola» usava preparare per la festa di Purim: erano così intense che si narra «abbiano provocato grandi cose a grande distanza, abbiano sventato decreti o minacce che pendevano su Israele». Possiamo contribuire a trasformare il mondo che abitiamo - ci dicono questi testi - semplicemente compiendo con intensità e verità il nostro compito. Avere il coraggio di essere se stessi, fino in fondo, senza menzogna è già un importante contributo per costruire un mondo più bello, più buono, più giusto e più vero. Come al solito, non si tratta di 'fare' chissà cosa, ma di 'essere' (solo) se stessi. E di esserlo in pienezza e verità.

L'eternità del singolo è la non ripetizione. Ognuno è una cosa nuova nel mondo: rendi perfetto quanto c'è in te di singolare.

L'imperfezione della tua singolarità ritarda l'avvento del Messia. Quanto più sarai unico nei tuoi valori, tanto più darai e vorrai dare agli altri.

Quanto più sarai puro e perfetto, tanto più si risveglierà in te la comunione con gli esseri creati. Ogni uomo ha una stella luminosa sulla fronte.

Quando due uomini s'incontrano nell'anima, le loro luci si incontrano in un unico splendore. Ciò chiamasi generazione.

Senti la generazione sconfinata come il mare, e te stesso dentro il mare come un'onda: raggiungerai il mistero dell'umiltà.

Riposerai in te stesso come nel nulla, non vivrai più limiti né confini. Dio verserà su di te la sua gloria, e tu avrai la forza d'attrazione.

Conoscerai la natura e la virtù di ogni essere, nessuno sarà per te «l'altro», ma un'essenza dotata di un'esistenza particolare e unica.

Sarai fuso con tutti e intangibile a tutti, devoto alla pluralità e raccolto nella tua singolarità.

Concluderai sulle cime solitarie l'alleanza con l'Infinito, e, nella valle della vita, l'alleanza con le cose terrene.

(Variazioni sul Baal Shem di Martin Buber) 

Rabbi Hajim di Krosno, uno scolaro del Baalshem, stava un giorno insieme ai suoi scolari a guardare un funambolo. Era così assorto in quella vista che essi gli chiesero che cosa l'affascinasse tanto in quello sciocco spettacolo. «Quell'uomo», rispose, «mette in gioco la sua vita, non saprei dire per quale ragione. Ma certamente egli, mentre cammina sulla corda, non può pensare che con quello che fa guadagna cento fiorini; se lo pensasse, precipiterebbe».

(Martin Buber, I racconti dei Chassidim)

L'immagine del funambolo rappresenta una meravigliosa metafora di come dovremmo riuscire a vivere la nostra vita. Anzitutto, «mettendola in gioco», cioè rischiandola, azzardando i nostri talenti, anche a costo di sbagliare e mettere in pericolo la nostra stessa vita. Il funambolo «mette in gioco la sua vita, non saprei dire per quale ragione». Lo fa e basta, senza tirarsi indietro. E certamente, mentre cammina sulla corda, «non può pensare che con quello che fa guadagna cento fiorini; se lo pensasse, precipiterebbe». Lo fa, cioè, senza una seconda intenzione, ma con totale partecipazione al momento presente, a quello che sta facendo. Se non lo facesse, allora sì che l'azzardo potrebbe rivelarsi davvero un pericoloso "gioco d'azzardo". 

 Massimo Diana 


Viator - Via Leopoldo Cicognara, 7 - 20129 Milano
Tutti i diritti riservati 2019
Creato con Webnode
Crea il tuo sito web gratis! Questo sito è stato creato con Webnode. Crea il tuo sito gratuito oggi stesso! Inizia