SABATO 26 DICEMBRE 2020

Gesù ci dice che non dobbiamo aspettarci successo o gloria, ma rifiuto e persecuzione. Se invece ciò che ci giunge dal mondo pubblico e anche dal mondo della religione istituzionale è proprio il successo e la fama, allora forse dovremmo porci qualche domanda: stiamo davvero vivendo una reale conformazione a Cristo? O non ci troviamo, piuttosto, dalla parte di coloro che i profeti li hanno lapidati e uccisi? Questo lo dobbiamo intendere in senso davvero laico e universale: chiunque cercherà di vivere la propria vita fino in fondo, mettendosi in gioco, incontrerà opposizione e rifiuto. Ma, conclude Gesù, «chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato», cioè troverà se stesso e darà un senso al proprio passaggio nella storia.
Donaci, o Padre, di esprimere con la vita il mistero che celebriamo nel giorno natalizio di santo Stefano primo martire e insegnaci ad amare anche i nostri nemici sull'esempio di lui che morendo pregò per i suoi persecutori. Per il nostro Signore Gesù Cristo, tuo Figlio che è Dio e Uomo, e vive e ama con te, nell'unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli. Amen.

L'indomani fu il turno di Eva per la raccolta dei frutti. / Quando giunse all'Albero del bene e del male / il serpente la chiamò e le disse: / "Oh Eva, dove sei? / Dov'è Adamo? / Ieri lo vidi molto triste, / che cosa vi angustia?". / Eva non poté resistere dal condividere i suoi pensieri con il serpente (...) / Non siamo felici nella nostra relazione con Dio. / Egli è stato affettuoso e amorevole, / ci ha messo a disposizione meravigliosi frutti da mangiare / e un meraviglioso giardino in cui vivere (...) / Noi gli siamo molto grati (...) /Ma ora, improvvisamente, sentiamo Dio opprimente, / Egli ci dice quello che dobbiamo fare e quello che non dobbiamo fare. / Non siamo liberi. / Ci ha comandato di non mangiare del frutto dell'Albero del bene e del male. / Ci ha spaventato, dicendoci che se ne avessimo mangiato saremmo morti. / Viviamo in una paura costante. / Vogliamo essere liberi, interi, pieni, / così siamo tentati di ribellarci all'autorità di Dio, / vogliamo essere indipendenti. / Vogliamo darci da noi le nostre leggi, / vogliamo poter vivere anche senza Dio" (John Martin Sahajananda, A new song of creation).

La libertà la si incontra quando la si esercita, non può esserci donata da alcuno. Se fosse Dio a donare la libertà alle sue creature queste rimarrebbero ancora dipendenti da Dio, non guadagnerebbero una vera indipendenza e adultità. Non resta allora che l'altra via: ribellarsi a Dio e ai suoi comandi; cedere alla tentazione di sottrarsi all'autorità di Dio, porsi come individui adulti... per diventare, in seguito, e non senza attraversare un lungo travaglio, partner adulti dell'Alleanza. Avere il coraggio di osare vivere "come se Dio non ci fosse" per guadagnare maturità e indipendenza, libertà e pienezza di vita. Questa è l'unica via per rinascere la seconda volta, per guadagnare una "nuova innocenza".
Massimo Diana
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