SAN GIUSEPPE: eroe nel suo silenzio attivo

17.03.2021

" E Giuseppe? Giuseppe non lo dipingerei. Non mostrerei che un 'ombra in fondo al pagliaio e due occhi brillanti. Poiché non so cosa dire di Giuseppe e Giuseppe non sa che dire di se stesso". Così scriveva Jean Paul Sartre nel 1944, nel campo di prigionia di Treviri, in un racconto di Natale che dedicò a cristiani e non credenti.

E in questa incapacità di scrivere su Giuseppe, l'esimio scrittore riportò alla ribalta l'ineffabilità dell'eroe silenzioso di tutti i tempi.

Non è un caso che quest'anno Papa Francesco abbia scelto lui, patrono della Chiesa Cattolica, come protagonista di una anno giubilare straordinario che si concluderà l'8 dicembre del 2021. Per chi non l'avesse letta, accanto al decreto di indizione, fu pubblicata dal sommo pontefice la lettera apostolica Patris Corde - Con cuore di Padre. In essa, sullo sfondo c'è la pandemia e in primo piano San Giuseppe, l'uomo che passa inosservato, l'uomo della presenza quotidiana, discreta e nascosta, ma indiscusso protagonista nella storia della salvezza, anello di congiunzione tra antica e nuova alleanza. 

Ma al netto di tutta questa letteratura, perché questo santo è così importante ma fa anche cosi discutere? Come fa ad avere tutta questa importanza senza mai aver profferito una sola parola nelle scritture?

La questione è semplice: San Giuseppe non ha bisogno di parlare, nella sua umiltà ha il grande potere conferito dalla sua capacità di agire.

È vero, viene scelto, ma lui sceglie di ubbidire; è un padre putativo, che però protegge, educa e resta accanto responsabilmente a Gesù; è un falegname, non un supereroe, ma vive fino in fondo il suo tempo; è un uomo di fede, ma sul serio, si affida a Dio come pochi sanno fare. 

E quindi il nostro San Giuseppe è proprio un eroe nel suo silenzio attivo, un esempio per tutti noi in un'epoca in cui gli esempi mancano e i bla bla si sostituiscono alle azioni responsabili.

Ma questo santo è anche l'emblema del viaggio umano verso l'infinito, un'esperienza fatta di semplici cose, di quotidianità, di cadute e di risalite, ma anche di fiducia incondizionata in Dio. Che dire? Sono cresciuta con i cartoni dei supereroi, forse oggi me li immagino come San Giuseppe.

Silvia Savio


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