UN ESPERIMENTO PER ESORCIZZARE LA STORIA
ATTUALITÀ

Da 20 anni il 27 gennaio (giorno nel 1945 in cui si aprono le porte di Auschwitz) è dedicato al ricordo delle vittime della Shoah.
Il Giorno della Memoria rappresenta un esperimento. E' un contributo al tentativo di superare la terribile tradizione di un Continente dove gli ebrei sono stati per duemila anni perseguitati, regolarmente massacrati, espropriati dei beni e dove sono stati infine portati nei campi di sterminio e nelle fosse comuni con la complicità per lo più attiva e consapevole della maggioranza della popolazione. Come superare tutto questo, come evitare che questo accada di nuovo, sono le domande che tutti ci poniamo da settantacinque anni e che noi ebrei in particolare ci facciamo da secoli. Il Parlamento italiano ha voluto dunque dare una risposta istituendo questa giornata. A distanza di venti anni da quella decisione ci dobbiamo chiedere se sia stato individuato uno strumento adeguato per raggiungere l'obiettivo. La data non è stata scelta a caso. Il 27 gennaio 1945 venivano finalmente aperte le porte ad Auschhwitz. Gli ebrei erano liberi, potevano dunque tornare nelle loro case dalle quali erano stati cacciati (spesso, soprattutto nei Paesi dell'Est, questo significò andare incontro alla morte e furono molti gli ebrei uccisi dopo la fine della guerra). Gli ebrei erano dei sopravvissuti, sia quelli usciti dai campi, sia quelli che erano riusciti a nascondersi e salvarsi. Non era la prima volta, né per le vittime né per i persecutori; chi non conosce la propria storia è destinato a ripeterla. La Giornata della Memoria contribuisce a rafforzare la consapevolezza di quanto avvenuto anche nel nostro Paese, un processo che neccessariamente è lento. A cominciare dal 2000 si è assistito a un crescente numero di iniziative nelle scuole, nelle università, nei teatri, nei musei. Questi eventi in gran parte non sono stati organizzati dalle comunità ebraiche, ma da cittadini e istituzioni che spontaneamente hanno accolto con interesse e passione la possibilità che questa giornata offre. Il bilancio appare dunque positivo, questa giornata sta lentamente diventando parte della coscienza nazionale del nostro Paese. In numerose città si svolgono cortei, che spesso terminano con comizi. Non dobbiamo comunque illuderci, il lavoro da fare è ancora molto. L'antisemitismo ha radici antiche. Nonostante le difficoltà e le naturali sacche di resistenza, a mio avviso, appare sempre più rivoluzionario il contributo dato dal Concilio Vaticano II nella lotta contro l'odio verso gli ebrei sia per le accuse cancellate, sia per il lavoro capillare fatto in molte parrocchie. Restano le nostre preoccupazioni per lo strabismo con cui spesso vengono valutate le scelte dei governi israeliani da parte del mondo dell'informazione e della politica. Riscontriamo spesso che, nel giudicare Israele, raffiorano e si rafforzano antichi pregiudizi e se ne formano di nuovi; la democrazia fino a venir rappresentata come il Male e non è raro trovare vignette sovrapponibili a quelle pubblicate in Germania negli anni Trenta. Siamo consapevoli di quanto sia importante rispondere alle falsità e riteniamo che lottare per la verità sia un contributo prezioso per continuare a dare sempre nuova linfa alla democrazia in Italia.
Articolo Yasha Reibman
Illustrazione Sugar