VENERDÌ 19 FEBBRAIO 2021

È un Libro prezioso, la falsità non lo tocca né davanti né dietro, è rivelazione di un Sapiente Degno di lode. A te vien detto né più né meno di quel che fu detto ai precedenti Inviati... Se ne avessimo fatto un Corano in lingua straniera, direbbero: «Perché i suoi versetti non furono resi chiari? (Il Libro) è in lingua straniera, mentre egli è arabo!». Rispondi: «Il Corano per i credenti è guida e medicina; quelli che non credono sono duri di orecchie e per loro il Corano è cecità, è come se venissero chiamati da un punto troppo lontano».
(Corano XLI, 41-44)
Il Corano viene «fatto scendere» parola per parola e riferito con assoluta esattezza. «Il Corano per i credenti è guida e medicina; quelli che non credono sono duri di orecchie e per loro il Corano è cecità». Ecco un versetto molto denso da un punto di vista spirituale: la 'chiarezza' di un messaggio non dipende tanto dal messaggio in sé, ma dai nostri occhi, o dal nostro cuore. Per chi 'crede' tutto è semplice e chiaro, e dunque anche efficace: guida nella vita e medicina nelle fatiche quotidiane. Ma per chi non crede, nessuna parola sarà mai sufficientemente chiara o priva di ambivalenza. Il punto decisivo non sta nella formulazione in sé del messaggio, ma nel nostro cuore: tutto è puro per chi è puro, o semplice e chiaro per chi si è esercitato nel costruire un cuore semplice.

Ti amo di due amori, un amore di desiderio appassionato e un amore nuovo: perché Tu sei degno di essere amato.
Se l'anima mia Ti desidera, è perché il Tuo nome colma la mia memoria e delle creature e di ciò che non sei Tu cancella anche il ricordo.
E se poi Ti ama solo perché Ti crede degno di amore è perché Tu stesso strappi i veli che ti nascondono, e io Ti vedo.
Non io, dunque, merito una lode per questo duplice amore, ma di questi due amori a Te solo, Signore, sia resa gloria.
(Rābi'a al-'Adawiyya)

O tu avvolto nel mantello, sorgi e ammonisci! E il tuo Signore magnifica, e le tue vesti purifica, e dall'impurità allontanati! Non dare per riavere moltiplicato il tuo dono, e per amore del tuo Signore pazienta.
(Sura dell'avvolto nel mantello, LXXIV, 1-7)
«O tu avvolto nel mantello, sorgi e ammonisci!»: la tradizione riferisce che il Profeta riceveva le Rivelazioni, specialmente le prime, in uno stato estatico accompagnato da fremiti e tremori; egli si faceva coprire da un mantello o da una coperta e lo si sentiva quindi soffiare e gemere «come una cammella che sta per partorire», stato da cui usciva grondante di sudore e con una grande spossatezza. Col tempo, questi fenomeni si fecero più contenuti, ma in varie occasioni era come se il «peso della Rivelazione» si fosse calato nel corpo stesso del Profeta, facendolo aumentare di peso al punto da far stramazzare la cammella sulla quale in quel momento si trovava.
Massimo Diana