VENERDÌ 5 FEBBRAIO 2021

05.02.2021

Masda' disse: "Una cosa buona è stata fatta. Sarà presto pasto per i leoni, che non tarderanno a trovarla". Qadàr aggiunse: "Bisogna prendere anche il piccolo e sgozzarlo. È capace di portarci sventure". Masda' rilanciò: "E se ci occupassimo anzitutto di Salih?" Il gruppo non sapeva chi seguire e non riusciva a scegliere fra le due proposte: uccidere prima l'uomo o il giovane animale. Qualcuno urlò: "Occupiamoci del piccolo cammello; va eliminato. Ci ha visto, potrebbe testimoniare contro di noi." Una voce rispose: "Ma è un animale, non parla. A meno che non sia l'opera di una strega e che sotto l'aspetto animale si nasconda chissà quale demonio". 

(Tahar Ben Jelloun, Racconti coranici)

Pare proprio che la violenza gratuita sugli animali e sugli innocenti sia una cifra ineliminabile del male. Nella tradizione cristiana si piangono, subito dopo Natale, i bambini uccisi da Erode con l'intento di liberarsi di colui che credeva potesse divenire un rivale. Nella lettura di questa mattina abbiamo partecipato al grido di dolore di un indifeso cucciolo: "Qualcuno urlò", "Una voce rispose". Ecco un condensato di tutta l'assurdità senza senso del male. Anzitutto a compiere il male sono sempre personaggi 'anonimi', senza un nome proprio: qualcuno... una voce... Siamo nel dominio dell'indifferenziato, di ciò che per alcuni aspetti non è ancora emerso ad una identità e dignità umana. In secondo luogo, l'assoluta irrazionalità del male: non ha alcun senso, è ridicolo, eliminare una creatura innocente che non può parlare... come fu inutile e assurda la "soluzione finale" di eliminare un intero popolo come se questo gesto potesse risollevare le sorti di una nazione. Ma questo è, appunto, il male: senza volto, senza logica. 

O Amico, nell'oceano del Tuo amore voglio tuffarmi, annegare lì e dimenticare il resto. 

Voglio fare dei due mondi un luogo di transito per attraversarlo, gioirne, e dimenticare il resto.

Voglio gettarmi nell'Oceano, e lì affogare, perdere ogni identità e dimenticare il resto. 

Voglio essere usignolo nel giardino dell'Amico, conquistare le rose e dimenticare il resto.

Voglio essere usignolo e cantare, guadagnare cuori, scommettere la vita e perderla; voglio privarmi della testa, tenerla tra le mani, offrirla al Tuo passaggio e dimenticare il resto.

Ti siano rese grazie, Signore, perché ho visto il Tuo volto, ho bevuto alla coppa della Tua unione, e adesso posso disperdere ai quattro venti il miraggio delle piccole cose che riteniamo nostre, e dimenticare il resto.

Yunus è pazzo d'amore per Te, Signore, il più umile degli incurabili... Il mio unico rimedio è in Te: voglio chiedertelo e chiedertelo ancora e dimenticare il resto.

(Yunus Emre) 

Durante la tregua di tre giorni accordata, il numero delle grida emesse dal giovane cammello avevano acquietato la cattiveria dei miscredenti. Avevano quasi dimenticato la minaccia che pesava sulle loro teste e che era stata annunciata da Salih (...) In fondo alla piazza, si fece sentire una voce: "Finitela con queste paure! Svegliatevi! Non abbiamo niente da...". Non ebbe il tempo di finire la frase che si sentì il rombo terribile di un tuono seguito da un lampo, sebbene il cielo fosse tutto stellato. Una parte della gente che era lì ad assistere fuggì. Tutti, anche quelli che si sforzavano di avanzare a passi lenti, tornarono a casa, sentendo il bisogno di mettersi al riparo. Non sapevano esattamente da cosa, ma qualcosa c'era. Una minaccia (...) Il mattino dopo tutti furono presi da una fortissima angoscia, fra paura e ignoranza. Qualcosa si preparava, ma nessuno poteva dire cosa né come né dove. Alcuni iniziarono a pensare a quella pausa di tre giorni di cui Salih e i suoi compagni avevano parlato dopo l'uccisione della cammella. 

(Tahar Ben Jelloun, Racconti coranici).

Ecco qui meravigliosamente descritto che cosa succede 'dentro' quando 'fuori' è stato provocato il disordine, quando con le proprie azioni si è andati fuori strada, si è alterato quell'equilibrio di bellezza, di giustizia, di bontà e di verità che governa tutte le cose. C'è un 'ordine' che va rispettato. Quando lo si altera, il disordine provocato all'esterno fa sentire all'interno tutta la sua forza.

Massimo Diana  


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