I DILETTANTI DELLA VITA
Crisi della famiglia, della politica, dell'economia, delle istituzioni, delle relazioni interpersonali. Ipertrofia dell'apparire, dell'inutile, dell'onnipotenza, dell'equivoco dell'assoluto, nella pretesa di avere e di essere tutto.
Da una parte si respira dunque l'asfissia della decadenza e dell'altra ci si piega al trionfo della volgarità nella celebrazione dei teatranti di quart'ordine.
Forse tra le due situazioni ci sia una relazione? Forse che quando lasci troppo spazio a una vita vissuta solo per possedere e per esibire non riesci più a trovare altro per sconfiggere la divinità nascosta nelle cose nelle persone? Forse. Per questo le relazioni familiari non soddisfano più, la politica tradisce cittadini, spesso il lavoro viene svolto senza cura né certezze, senza attenzione nei rigori e l'ascolto degli altri è all'ultimo posto delle scelte quotidiane.
I dilettanti della vita oltre a riempire le pagine dei giornali e i format televisivi, abbagliati dalla propria stoltezza e vanagloria, possono nascondersi dappertutto e vestirsi con le loro divise da Caporali per confonderti e farti dubitare che siano tutti i marinai nella stessa barca. Ma la vita vera è un'altra cosa, ha bisogno di altri interpreti e di altri esempi. Può essere recitata dalle persone vere, consapevoli dei propri limiti e della propria finitezza, ma per questo pronte ad affidarsi a Dio e alla sua volontà. Una vita che va vissuta così com'è, con le sue gioie e le sue tristezze, con i suoi entusiasmi e i suoi affanni. Sobriamente, umilmente una vita che sa regalare tanta grazia "da rifare il mondo" a chi la sa scorgere e apprezzare. Questo prevedeva il copione della Creazione. Per fortuna sono ancora in tanti a pensarlo così. Come Erri de Luca:
Considero valore di ogni forma di vita,
la neve, la fragola, la mosca.
Considero valore il regno minerale,
l'assemblea delle stelle.
Considero valore il vino finché dura
il pasto, un sorriso involontario,
la stanchezza di chi non si è
risparmiato, due vecchi che si amano.
Considero valore quello che domani
non vorrà più niente e quello
che oggi vale ancora poco.
Considero valore tutte le ferite.
Considero valore risparmiare acqua,
riparare un paio di scarpe, tacere
in tempo, a correre a un grido,
chiedere permesso prima di sedersi.
Provare gratitudine senza ricordare di che.
Considero valore sapere di una stanza dov'è il nord,
qual è il nome del vento che sta asciugando il bucato.
Considero valore il viaggio del vagabondo.
La clausura della Monaca.
La pazienza del condannato qualunque colpa sia.
Considero valore l'uso del verbo amare
e l'ipotesi che esista un creatore.
Molti di questi valori non ho conosciuto.
Ma ci sono e possono illuminarci il cammino.
Direttore
Daniele Gallo